Sanità. Caso di sospetta lebbra a Livorno, è il terzo da inizio anno
24 Marzo 2009
di redazione
La lista dei casi sospetti comprende una giovane donna dello Sri Lanka che lavorava come colf in una famiglia dell’hinterland milanese; un egiziano 30enne che viveva nel capoluogo lombardo insieme a 5 connazionali, e ora un venditore ambulante a Livorno, a sua volta straniero e 30enne. Diagnosi certe le prime 2, ancora da verificare la terza.
Sono già tre i casi di lebbra registrati in Italia da inizio anno, due confermati dal Centro di riferimento nazionale dell’ospedale San Martino di Genova dopo gli accertmanti del caso e l’ultimo – riferito proprio oggi dall’ospedale di Livorno – inviato all’esame della struttura specializzata ligure.
La prima segnalazione risale ai primi di marzo, giunta dalla Clinica dermatologica del Policlinico milanese. La colf, giunta in Italia 3 anni fa aiutava una famiglia con bambini e accusava da tempo sintomi sospetti, per cui il medico l’aveva indirizzata all’Irccs meneghino per gli accertamenti del caso. La diagnosi era stata confermata anche da Genova, dove la paziente era stata trasferita nei giorni successivi.
A riferire del secondo caso di morbo di Hansen è stato, a metà marzo, l’ospedale San Paolo del capoluogo lombardo. Il magrebino, disoccupato, era già entrato in contatto con l’ambulatorio del San Paolo dedicato alle persone temporaneamente residenti in città. I medici dell’ospedale si erano insospettiti già a fine febbraio, e dopo i primi accertamenti bioptici positivi la diagnosi era stata confermata dagli esperti genovesi.
Considerati i lunghi tempi di incubazione della malattia (5 anni in media), gli specialisti ritengono che i pazienti contraggano l’infezione nel Paese d’origine. Il rischio di ammalarsi in Italia è praticamente pari a zero, assicurano gli esperti, e la trasmissibilità della lebbra è comunque bassissima.