Sanitopoli, l’inchiesta di Bari si allarga e spuntano nomi di parlamentari

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Sanitopoli, l’inchiesta di Bari si allarga e spuntano nomi di parlamentari

09 Settembre 2009

Ormai è chiaro a tutti che Bari è la città più “indagante” d’Italia. La sinistra è scossa per le inchieste su appalti pilotati, escort e fondi neri, il centrodestra, invece, teme per il Premier Berlusconi, colpito dalle indagini sull’imprenditore barese Giampaolo Tarantini.

Due giorni, intanto, è approdata nel capoluogo pugliese la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia ed efficienza del servizio sanitario nazionale, presieduta dall’assente Ignazio Marino (Pd); sono stati ascoltati il Presidente della Regione Nichi Vendola, il nuovo Assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore ed il pool di magistrati (Digeronimo, Scelsi, Rossi, Nicastro ed il procuratore della repubblica di Bari Marzano) che si occupa delle inchieste pugliesi. E dalle prime indiscrezione è emerso che sarebbero tre o quattro i par­lamentari coinvolti nel­le indagini sulla corruzione nella sanità pugliese.

Giuseppe Astore (Idv), Vice Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta parla già di “corruzione”, ma come fenomeno imperante non solo nella sanità pugliese, ma in tutto il nostro Paese.

Al termine dell’audizione, Vendola ha dichiarato di volere “il bisturi del chirurgo per estirpare il male e di voler diradare l’aria da queste nebbie che talvolta cercano soltanto di depistare l’attenzione dell’opinione pubblica”. Ha parlato poi del “tentativo in corso di moralizzazione della vita pubblica in generale ed in particolare nel sistema sanitario”.

Sulle parole di Vendola è molto critico il capogruppo Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese: “E’ inutile che il Presidente apra ombrelli sempre più grandi per ripararsi da quelli che definisce ‘schizzi di fango’. Ormai è politicamente immerso nelle sabbie mobili. E lì, come è noto, più ci si muove più si sprofonda. Che Vendola oggi – continua l’esponente Pdl – faccia il sepolcro imbiancato, dicendo di volere usare il bisturi del chirurgo per estirpare il male e diradare le nebbie, è patetico: non poteva non sapere e abbiamo più volte spiegato perché. Ci sono – conclude – 4 anni e mezzo che gridano vendetta: sono quelli delle centinaia di nostre denunce e interrogazioni; delle decine di interrogazioni, anche pesanti e dettagliate, di consiglieri di maggioranza; quelli delle dichiarazioni indignate dei manager sostituiti da Vendola”.

Intanto le indagini vanno avanti: i carabinieri baresi stanno verificando anche alcuni flussi di denaro tra imprenditori locali e partiti di centrosinistra con riferimento alle ultime due elezioni nazionali. A tal proposito, alcune settimane fa sono stati acquisiti dalle autorità giudiziarie i bilanci di Pd, Socialisti-Autonomisti (il partito dell’ex Assessore alla Sanità Tedesco), Prc, Sinistra e Libertà e Lista Emiliano.

Il sospetto è quello di fondi neri confluiti nelle casse dei partiti nazionali in cambio di favori. Questo, però, non emergerebbe dai verbali pubblicati dal Corriere della Sera dell’interrogatorio di Tarantini, il quale confermerebbe di aver fornito escort e regali a politici locali di centrosinistra in cambio di accelerazioni di pagamenti da parte delle asl per le prestazioni sanitarie effettuate, ma escluderebbe i versamenti di denaro in favore dei partiti.

Proprio sulla pubblicazione “selvaggia” di atti giudiziari così delicati è intervenuto oggi il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: "Bisogna trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza delle indagini, il diritto alla privacy ed il diritto di conoscere le cose quando si è pronti per andare al processo”. Grasso ha partecipato alla cerimonia per l’insediamento del nuovo Procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, ex Direttore della giustizia penale del Ministero di via Arenula.

C’è da scommettere che per il nuovo Procuratore ci sarà tanto da lavorare nei prossimi mesi ed intanto le indagini vanno avanti.