Schifani: “Forza Italia decida se allearsi con noi o col Carroccio”

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Schifani: “Forza Italia decida se allearsi con noi o col Carroccio”

01 Marzo 2015

Forza Italia decida se stare con la Lega di Salvini o correre alle regionali con Area Popolare di Ncd e Udc sia in Veneto sia in Campania. Chiediamo coerenza»: lo afferma Renato Schifani, cofondatore del Nuovo-centrodestra, che oggi con l’Udc ha creato in Parlamento Area popolare. Schifani è presidente del gruppo a Palazzo Madama. 

Qual è il ruolo oggi di Ncd nella maggioranza?

«Oggi poggia su di noi l’onere di garantire i numeri in Parlamento per portare avanti le riforme dopo che è saltato il patto del Nazareno dopo la rottura con Forza Italia. E questo avvalora il senso del nostro coraggio nel decidere allora di non entrare in Forza Italia e non far cadere il governo portando il Paese al voto o a un governo targato Pd-Cinque Stelle». 

Quali sono i risultati raggiunti dal Nuovo Centrodestra?

«Abbiamo lanciato noi, ad esempio, l’abrogazione dell’articolo 18. Abbiamo ottenuto che il costo del lavoro venisse sottratto dal computo dell’Irap con notevole risparmio da parte delle imprese. Penso poi alla legge sulla responsabilità civile magistrati, al patto di salute grazie al quale tantissimi malati di Epatite c potranno curarsi con nuovo farmaco. Ora lavoriamo per approvare la semplificazione amministrativa». 

Al momento in atto c’è un tutti contro tutti. Possibile ricompattare il centrodestra? 

«Intanto bisogna dire che il livello territoriale spesso non obbedisce alle strategie nazionali perché non sempre le coalizioni riescono a essere compatte. È chiaro comunque che il vecchio centrodestra non può più esistere. Con Salvini siamo di fronte a una destra estrema antieuropea e della intolleranza che si pone in contrapposizione col popolari-smo europeo di Forza Italia e Ncd». 

Qual è il rapporto di Ncd con Forza Italia in vista delle regionali?

«Ci siamo confrontati per le elezioni regionali, abbiamo condiviso l’opportunità di competere sul territorio insieme purché l’alleanza sia omogenea e non obbedisca a scelte strabiche, nel senso di andare insieme in Campania e non in Veneto. Ora aspettiamo delle risposte. Se deciderà di rinnegare i propri valori per stare in Italia con la destra modello Le Pen e in Europa col Ppe, aumenterà al proprio interno le grandi contraddizioni». 

In Sicilia è ancora possibile un’intesa sulle riforme sul modello romano?

«Il modello romano obbedisce ad altri scenari diversi per cui non è minimamente coniugabile in Sicilia. Sono fortemente critico verso il governo Crocetta perché credo che non stia affatto facendo bene nell’interesse della Sicilia. Ha cambiato decine di assessori nel giro di un paio di anni e ha chiuso in negativo varie partite. Dovevamo essere i primi ad abolire le Province e invece siamo gli ultimi, non c’è nessuna legge sull’acqua pubblica, la formazione professionale è in stallo, abbiamo una finanziaria che non si riesce a chiudere, le partecipate non sono state chiuse, per pagare la spesa corrente sono state spostate spese congelando speranza di ripresa economica. Eppure ancora una volta il presidente della Regione chiede aiuti a Roma nonostante negli ultimi due anni ha contratto due mutui miliardari. E arrivato il momento che il governo regionale riduca con scelte coraggiose il deficit promuovendo nel contempo uno sviluppo reale».

(Tratto da Il Giornale di Sicilia)