Quando la scuola promuove l’irrisione dei valori cristiani

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Quando la scuola promuove l’irrisione dei valori cristiani

Quando la scuola promuove l’irrisione dei valori cristiani

06 Luglio 2019

La riforma della scuola è uno dei punti più controversi e allo stesso tempo fondamentali e urgenti per il nostro Paese. A maggior ragione quando, da questo settore,  arrivano notizie non proprio “educative”. Negli ultimi giorni di scuola si è svolta la premiazione del progetto “informi-amici” della Società medica italiana per la contraccezione (Smic), in collaborazione con l’associazione culturale LaScelta, sul cui sito leggiamo che era diretta «all’educazione all’affettività e al rispetto dell’altro (prevenzione del cyberbullismo), alla prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale e alla contraccezione».

Ebbene, a quanto pare, nulla di tutto ciò è stato fatto. Anzi i risultati tradiscono tutto questo messaggio: vince l’edizione 2018-2019 – con un cospicuo premio in denaro – l’istituto artistico Giorgi-Woolf di Roma con un’immagine sconvolgente in cui nella celebre Annunciazione di Cestello di Botticelli, l’Arcangelo offre alla Vergine la pillola “ellaOne” e al posto del suo messaggio riportato dal Vangelo, lui le dice «Usala, fa miracoli». Insomma, una summa di messaggi a dir poco blasfemi fuori da ogni portata educativa. Ecco perché viene da chiedersi: sono queste le attività educative per i nostri figli? E’ questo il modello scolastico che vogliamo?

Andiamo con ordine: innanzitutto che la Smic proponga questo tipo di gara a dei ragazzi facendo passare la conoscenza bio-fisiologica e sanitaria delle malattie sessualmente trasmissibili con l’idea della contraccezione, è un messaggio già di per se abbastanza discutibile in quanto tende a predisporre dei giovanissimi all’idea di una vita sregolata anziché aiutarli fin a pensare al progetto vero di vita futura.

Aggiungiamo pure che la frase «Usala, fa miracoli» irride, degrada e volgarizza tutta l’opera dello stesso Messia. Presentato in questo contesto, il tutto appare come una ferita profonda inferta pure con tanta leggerezza.

Ma quale sarebbe questo miracolo, poi? Bloccare la produzione di progesterone, l’ormone responsabile dell’annidamento dell’ovulo nell’endometrio, impedendone quindi lo sviluppo. Piccolo particolare: se la “pillola dei cinque giorni dopo” viene presa a fecondazione già avvenuta l’effetto è la stessa cosa: si tratta quindi a tutti gli effetti di aborto.

Ma non è tutto. Se si pensa che tra gli altri premi conferiti ci sia anche il celebre dipinto di Adamo ed Eva di Tiziano in cui anziché la mela viene offerto un preservativo e il serpente che dice “Prendilo, non è peccato”, si comprende bene che il caso che è stato citato all’inizio non è un unicum. Insomma, lo ripetiamo, la domanda resta: forse è stata usata un po’ di leggerezza trascurando sin troppo la profondità dei contenuti artistici e umani utilizzati?