Serbia. Tribunale dell’Aja condanna Seselj a 15 mesi di carcere
24 Luglio 2009
di redazione
Il Tribunale dell’Onu per crimini di guerra nell’ex Jugoslavia ha condannato oggi il leader nazionalista serbo Vojislav Seselj a 15 mesi di reclusione per oltraggio alla corte.
Seselj, leader del Partito radicale serbo, è sotto processo per crimini contro musulmani e croati commessi durante la guerra del 1991-1995 seguita alla disintegrazione dell’ex Jugoslavia. Si era consegnato al tribunale dell’Aja nel febbraio del 2003 e da allora si trova in carcere. A gennaio è stato accusato di aver pubblicato informazioni idonee a rivelare l’identità di testimoni protetti.
Il presidente della corte, Ogon Kwon, ha detto che la sentenza mira a evitare che in futuro accadano cose simili. Il tribunale ha chiesto a Seselj di rimuovere le informazioni incriminate, pubblicate in un suo libro nel 2007, dal suo sito web e di informare il tribunale entro il 7 agosto di aver adempiuto a questa richiesta. Seselj, che si sta difendendo da solo di fronte al tribunale dell’Aja, ha detto alla corte di non avere intenzione di rivelare i nomi dei testimoni protetti, affermando che l’accusa di oltraggio alla corte gli è stata rivolta solo allo scopo di assegnargli un legale, mossa che egli rifiuta.
Ieri l’Aja ha assolto un albanese kosovaro, Astrit Haracija, accusato di aver fatto pressioni su testimoni protetti nel processo contro l’ex premier kosovaro ed ex leader dell’Esercito di liberazione del Kosovo Ramus Haradinaj, accusato di crimini contro serbi e albanesi non allineati. Haradinaj è stato scagionato l’anno scorso per mancanza di prove, dopo che otto potenziali testimoni sono morti in circostanze misteriose. Haracija è stato condannato a dicembre a 5 mesi di reclusione, ma la corte d’appello ha stabilito che la sentenza si è basata su prove non sufficienti e lo ha assolto.