Sì al reato di tortura, no ai processi sommari
10 Aprile 2015
di redazione
Visti i numeri alla Camera sembra che abbiamo trovato il modo giusto per affrontare la discussione sul reato di tortura. Checché ne pensi la Ue siamo il Paese di Cesare Beccaria mica l’ultimo degli Stati canaglia. Ma i moderati che siedono in Senato ora dovranno stare in guardia. Qualcuno potrebbe usare una scorciatoia per criminalizzare in modo ingeneroso e generalizzato le nostre forze dell’ordine. Questo qualcuno ha già iniziato a montare una campagna in stile (fanta)populista con l’obiettivo di abbattere il sistema, facendo passare Berlusconi e Fini, il governo di allora, come criminali da processare. E’ sufficiente ricordare cosa furono le giornate di Genova, gli incappucciati e i noglobal stregati da Seattle, per smentire i professionisti dell’indignazione: oggi e in futuro, dobbiamo impedire che il parlamento si trasformi in una sorta di contropotere impegnato a riscrivere la Storia, mischiando e sfruttando assoluzioni e condanne sulla base di convenienze (e connivenze) ideologiche.