Si alle elezioni, siamo troppo curiosi di vedere quanto vale Fli in Italia
11 Novembre 2011
di Luca Negri
Lo confessiamo, talvolta la democrazia ci sembra un “curioso abuso di statistica”, come la chiamava con sprezzante ironia Jorge Luis Borges. La riteniamo uno strumento, una grande conquista, non la panacea universale per i tanti mali del vivere civile. Preso atto del nostro snobismo reazionario, del nostro non poterci dire sinceri democratici, rimane il fatto che preferiamo sempre le elezioni popolari ai governi tecno-burocratici.
Ci stupiamo anzi che commentatori dal pedigree squisitamente progressista, dopo aver sbraitato per anni che in Italia era in serio pericolo la democrazia, preferiscano soluzioni piombate dall’alto, da più in alto del colle quirinalizio, tra l’altro. Se veramente siamo sul baratro di un disastro economico, causato non solo dalla crisi planetaria ma da deficienze strutturali del nostro paese, meglio che la risposta sia politica. Pretendiamo l’offerta di soluzioni dai vari canditati alle stanze dei bottoni, non ricette di professori. Pretendiamo l’ordalia delle urne, soprattutto per tutti coloro che hanno avanzato critiche feroci al governo ancora in carica. È il loro momento, giochino le loro carte.
Troppo comodo affidarsi alla pretesa neutralità tecnica, troppo comodo delegare le scelte, anche impopolari, ad altri poteri. In maniera lampante dal 2009 l’autonomia del politico è stata sacrificata sugli altari delle campagne stampa (meglio, del gossip) e delle iniziative di certi magistrati. Preferiremmo non arrivasse il turno degli altari dell’economia, delle banche d’affari, delle “attese dell’Ue”.
Gli avversari di Berlusconi rispolverino un po’ di patriottismo, dopo tutta la retorica sui centocinquant’anni d’unità nazionale. Rifiutino indegne tutele, ci facciano sapere come intendono risollevare il paese, si mettano nelle mani del popolo sovrano. Ad esempio, Gianfranco Fini, principale responsabile della non limpida situazione creatasi nel centrodestra, non ha voglia di sapere quanto vale il suo Futuro e Libertà sul piano nazionale? Noi siamo curiosissimi.