Si riapre la partita della BCE e torna in pista il nome di Draghi
11 Febbraio 2011
Il prossimo 31 ottobre il presidente Jean Claude Trichet terminerà il suo mandato al vertice della Banca Centrale Europea. Axel Weber, governatore della Banca Centrale Tedesca, è stato a lungo il grande favorito a succedere al francese. Ma ad otto mesi dalla successione l’economista tedesco e candidato sostenuto della locomotiva tedesca, ha rinunciato alla candidatura. La rinuncia, a sorpresa ed inaspettata, ha scatenato un misto di polemiche e sconcerto in Germania. Del resto Axel Weber era un candidato forte, autorevole e da mesi la Cancelliera Merkel lavorava alla sua elezione alla Banca Centrale Europea e non sembravano esserci grandi ostacoli.
La Germania, in virtù anche del suo nuovo ruolo di ritrovata potenza economica, rivendicava giustamente un suo uomo per la Banca Centrale Europea. Ma ora, improvvisamente, Angela Merkel si ritrova senza il suo candidato ed alla ricerca di un nuovo nome da sostenere. Per il vuoto lasciato da Axel Weber non sono mancate critiche al governatore della Banca Centrale Tedesca ed anche, indirettamente, alla Cancelliera ed al suo ministro economico Schäuble. Per la Süddeutsche Zeitung, infatti, il passo indietro dell’economista tedesco rappresenta un’umiliazione per la Merkel, non solo per il tempo e le forze spese nel sostegno di Weber tra gli alleati europei, ma anche perchè, a solo otto mesi dalla fine del mandato di Trichet, è molto difficile trovare un sostituto da sostenere in modo credibile ed autorevole. Per il Die Welt, il ritiro di Weber ha portato il caos nella politica economica tedesca.
Angela Merkel deve trovare velocemente un nuovo candidato tedesco ed i nomi di maggior rilievo sono principalmente tre. Il primo dei quali è Jens Weidmann, consigliere economico della Merkel. Weidmann potrebbe essere il nome giusto, ma è probabilmente ancora troppo giovane, privo di esperienza internazionale ed eccessivamente legato alla Cancelliera e potrebbe in questo senso non garantire la necessaria indipendenza. Jürgen Stark, già attivo nella Banca Centrale Europea, sarebbe gradito alla Merkel ma all’estero è poco amato. Non resta, secondo il Die Welt e la Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), Klaus Regling, il capo del fondo di stabilizzazione dell’euro, politicamente indipendente, con grande esperienza e capace di imporsi in contesti internazionali. In realtà, però, come hanno spiegato sia la FAZ sia il Der Spiegel-Online è molto probabile che ora, considerato che non c’è tempo per lavorare ad una nuova candidatura tedesca, Angela Merkel decida di sostenere un candidato non tedesco tra quelli che erano già nella lista di possibili successori di Trichet.
In questo senso salgono le quotazioni del lussemburghese Yven Mersch e di Erkki Liikanen, ex commissario dell’unione europea ed attualmente governatore della Banca Centrale in Finnlandia. Angela Merkel finirà per appoggiare uno di questi due economisti elevandoli a candidati graditi alla Repubblica Federale Tedesca. La questione non è però così facile, perchè l’unico vero candidato che poteva insidiare Axel Weber era l’italiano Mario Draghi. Ora che Weber ha fatto un passo indietro la strada per Draghi dovrebbe essere in discesa, ma sarebbe necessario un vero e proprio sostegno politico in Italia, in una fase in cui, però, l’intero paese discute di tutto tranne che di politica o politica economica – con evidenti danni all’immagine dell’Italia in Europa.
E’ però anche importante ricordare che il Presidente del Consiglio italiano durante la sua ultima visita a Berlino di circa un mese fa, ha pubblicamente affermato, durante la conferenza stampa con Angela Merkel, che Mario Draghi resta il candidato italiano e che l’Italia sarebbe onorata della sua nomina alla Presidenza della Banca Centrale Europea. Ma la strada di Draghi verso la Presidenza della BCE è ancora lunga e difficile soprattutto per una serie di “pregiudizi” tedeschi nei confronti dell’Italia e degli italiani. Già nella primavera scorsa il Der Spiegel e la FAZ, in piena crisi greca, criticarono Mario Draghi. Oggi, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, dopo che il portoghese Vitor Constâncio è diventato vice-presidente della Banca Centrale Europea, se Draghi diventasse Presidente, gli stati minori ed economicamente deboli dell’Unione Europea sarebbero sovrarappresentati. La partita per il nuovo presidente della BCE è dunque complicata, ma è ancora aperta e non impossibile.