Si vota la legge sul bio-testamento tra voti segreti e veti incrociati

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Si vota la legge sul bio-testamento tra voti segreti e veti incrociati

24 Marzo 2009

Al Senato si vota il ddl sul testamento biologico. Dopo un mese e mezzo dalla morte di Eluana Englaro nell’Aula di Palazzo Madama è iniziata l’ultima salita prima del primo (parziale) traguardo. Terminata la discussione generale sui principi generali del provvedimento, oggi sono iniziate le votazioni sugli emendamenti e sugli articoli del testo. Il voto finale è previsto per giovedì 26.

I toni dello scontro erano alti anche prima di cominciare. Già alla vigilia delle votazioni, il senatore del Pd, Ignazio Marino, affilava le armi contro un testo, dice, che “sottrae ai cittadini la possibilità di scegliere le cure a cui vogliono sottoporsi e quelle a cui non vogliono sottoporsi”. Tremila emendamenti presentati dall’opposizione, di cui solo la metà approdati in aula; un centinaio di voti segreti richiesti, di cui solo 53 concessi. E poi la richiesta del voto segreto per la votazione finale, che il Presidente Schifani, per ora, ha rimandato al mittente dichiarando che “la presidenza valuterà in seguito in base all’andamento dell’esame del testo”.

Le votazioni segrete sui 9 articoli del ddl sul testamento biologico volute dall’opposizione riguarderanno in prevalenza le norme che investono l’articolo 32 della Costituzione (quello sull’autodeterminazione degli individui nella scelta dei trattamenti sanitari) e gli emendamenti sulla questione più controversa: alimentazione e idratazione. Nelle intenzioni dell’opposizione c’è quella di raccogliere nel segreto delle votazioni il maggior numero di dissensi al ddl Calabrò in seno alla maggioranza e di riuscire in questo modo a tessere una trama di veti incrociati e compromessi politici che potrebbe portare il centrodestra sotto nelle votazioni. Ma i temi di questa legge sono talmente divisivi che alla fine la votazione segreta potrebbe tramutarsi in un arma a doppio taglio per l’opposizione, non solo perché la maggioranza finora ha dato prova di tenuta, ma soprattutto perché è il Pd che sulle questioni di vita e di morte rischia, e molto più del Pdl, di spaccarsi tra fronte laico e componente cattolica. Quasi a voler scongiurare il peggio, stamattina la capogruppo dei senatori del Pd, Angela Finocchiaro, ha attenuato i toni. “Non praticheremo ostruzionismo – ha sottolineato – e lo dimostra anche il numero contenuto dei nostri emendamenti, pari a 175”. La maggioranza degli emendamenti, ha proseguito, “è riconducibile all’intero gruppo Pd. Sono emendamenti che nascono da una discussione molto lunga tra di noi e anche da una capacità di mediazione”. C’è poi un gruppo di emendamenti, ha concluso Finocchiaro, “che nasce dalla piena libertà di coscienza di alcuni dei nostri colleghi, e voglio rivendicare il possesso di un regolamento di gruppo che è il più liberale”

La maggioranza intanto lavora. Lavora per trovare un accordo trasversale che incameri i voti a favore anche degli esponenti del Pd. E lascia spiragli per il dialogo su alcuni aspetti della legge, e questo nonostante i tecnicismi procedurali cui fa appello l’opposizione, le questioni di principio, i ricorsi alla libertà di coscienza e le strategie politiche. “Tra maggioranza e opposizione il dialogo c’è stato e può continuare”, ha ribadito anche oggi il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella nel suo intervento in Aula. “Ci può essere ancora spazio per modifiche al provvedimento ma facendo salvi alcuni principi di base”. Sì al dialogo, quindi, e a qualche apertura, che la maggioranza ha garantito, ma sui principi non si negozia. E i principi sono relativi “alla necessità di un consenso scritto e firmato, in modo che non si possa permettere una ricostruzione della volontà del soggetto a posteriori; alla necessità che ci sia un margine di autonomia per il medico e alla necessità che nutrizione e idratazione non vengano mai negate ad alcuno”.

Ma lo scontro non si limita all’arena politica e continua sul fronte civile, con la mobilitazione avviata dagli agit-prop dell’Italia dei Valori, che oggi si sono dati appuntamento in piazza per raccogliere le spontanee dichiarazioni dei cittadini che vogliano compilare gratuitamente le proprie volontà anticipate di trattamento. Ma non solo. Sul fronte caldo è anche l’intellighenzia gouchiste di Micromega, che continua la sua battaglia. La rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais, infatti, nel prossimo numero pubblicherà un appello contro la legge sul biotestamento rivolto al Parlamento e sottoscritto da 18 primari italiani, pronti a non rispettare la legge in nome dell’obiezione di coscienza.

Controbatte la Chiesa che proprio ieri è tornata sulla questione eutanasia/fine vita per tramite del Cardinal Angelo Bagnasco. Secondo il presidente della Cei il caso di Eluana Englaro ha rappresentato “un’operazione tesa ad affermare un diritto di libertà inedito quanto raccapricciante: il diritto a morire, darsi e dare la morte in talune situazioni da definire”. Quindi la richiesta: “Spetta alla politica agire nell’approntare e varare, senza lungaggini o strumentali tentennamenti, un inequivoco dispositivo di legge che preservi il Paese da altre analoghe avventure”. “Nelle moderne democrazie – ha concluso Bagnasco – la vita va difesa perché è indispensabile limitare il potere «biopolitico» sia della scienza sia dello Stato”. E per far questo serve una buona legge.