Somalia. Ancora scontri a Mogadiscio, il Paese crolla nella crisi politica

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Somalia. Ancora scontri a Mogadiscio, il Paese crolla nella crisi politica

26 Ottobre 2010

Nuovi scontri ieri a Mogadiscio con almeno due morti e tre feriti nei quartieri di Hawl-wadag, Wardigley e nel centrale mercato di Bakara. Secondo quanto riferiscono le emittenti locali che citano testimoni i combattimenti si sono verificati fra i ribelli Shabaab, legati ad al Qaida e i peacekeeper dell’Unione africana (Ua) che hanno bombardato postazioni degli integralisti.

Domenica scorsa, i ribelli Shabaab hanno messo in mostra il cadavere di un uomo presentato come un peacekeeper della missione Amisom dell’Unione africana (Ua), ucciso, secondo i ribelli, in un attacco alla base militare Amisom a Mogadiscio. Il cadavere è stato mostrato "affinché tutti i musulmani possano constatare le perdite inflitte ai nemici", ha detto un portavoce dei ribelli. Amisom ha confermato l’attacco ma ha detto che ha causato solo "feriti lievi" tra i soldati della missione.

Intanto, continua lo stallo all’interno del Parlamento somalo per il voto di fiducia al neo premier Mohamed Abdullahi Mohamed "Farmajo", designato dal presidente Sheikh Sharif Sheikh Ahmed. Le votazioni di ieri, interrotte per una disputa che ha contrapposto il presidente e lo speaker Sharif Hassan Aden, sono state nuovamente e rimandate ad oggi. L’oggetto del contendere sono le modalità per la votazione in aula per la fiducia al nuovo primo ministro, Mohamed Abdullahi Mohamed. Le proteste arrivano dai deputati divisi tra chi vuole che il voto di fiducia si svolga in modo palese e chi in segreto. I sostenitori di Aden sono favorevoli al voto segreto, mentre quelli del presidente Sharif Ahmad vogliono quello palese per evitare possibili crisi di governo.