Somalia. Ancora scontri tra forze governative e ribelli islamisti, numerosi morti

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Somalia. Ancora scontri tra forze governative e ribelli islamisti, numerosi morti

09 Luglio 2010

Sono ripresi stamane gli scontri a fuoco tra i Giovani Mujahidin (Shabab) e le truppe fedeli al governo transitorio somalo. Secondo quanto riferisce la radio somala ‘Shabelle’, gli scontri sono iniziati dopo che i ribelli hanno attaccato un gruppo di soldati provenienti dal Burundi, che fanno parte del contingente dell’Unione Africana.

Tre giorni fa, almeno 16 persone sono morte in combattimenti fra ribelli e forze governative a Mogadiscio. La maggior parte delle vittime era fra i ribelli, rimasti uccisi in diversi incidenti mentre stringevano la presa sulla capitale, ha indicato un responsabile della sicurezza. "I ribelli hanno attaccato le forze governative a nord di Mogadiscio provocando scontri violenti. Sono stati affrontati e molti di loro sono rimasti uccisi", ha detto la fonte.

Con l’invio di altri 2mila soldati in Somalia, sale a più di 8mila il numero dei militari dell’Unione Africana presenti a Mogadiscio. Lo sceicco Yusuf Sayd Oghas, uno dei leader dei Giovani Mujahidin somali (Shabab), ha annunciato ieri che il movimento è pronto a combattere "fino alla morte contro il nuovo contingente di soldati che sarà inviato in Somalia dai Paesi dell’Igad", l’Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo dei Paesi del Corno d’Africa.

Nei giorni scorsi, ad Addis Abeba, i sette Paesi membri dell’Igad avevano infatti deciso l’invio di 2mila soldati in difesa del governo transitorio somalo guidato dal presidente Ahmad Sharif. La reazione del leader islamico è arrivata durante un comizio alla presenza di centinaia di combattenti nella città di Beledweyn, nella provincia centrale di Hiran, (zona considerata strategica per l’arrivo di truppe via terra dall’Etiopia verso Mogadiscio). "I nemici di Allah si sono riuniti nei giorni scorsi in Etiopia e si sono accordati su come combattere il sacro Corano – ha continuato Oghas – Noi oggi siamo qui riuniti per decidere come combatterli. Combatteremo fino a quando la bandiera dell’Islam non sventolerà e sarà instaurato uno stato islamico".