Sparatoria a Genova. Il killer è un 80enne psicolabile: “Ha ucciso per gelosia”
09 Gennaio 2011
di redazione
Sarebbe la gelosia unita a problemi psichici ad aver scatenato la furia omicida di Carlo Trabona, il pensionato di 70 anni, che stamani ha gettato nel panico il quartiere di Molassana a Genova. Ne è convinto il pm Vittorio Ranieri Miniati, il magistrato di turno che si occupa delle indagini.
Nei giorni scorsi, l’uomo avrebbe confidato alla figlia di temere che la moglie Antonina Scinta (72enne) lo tradisse col vicino di casa. Ma la convinzione dell’uomo viene ritenuta più una fantasia frutto della sua mente indebolita, piuttosto che una possibilità reale.
È andato in un bar e ha sparato a due fratelli, ferendoli a morte, poi è tornato a casa e ha ucciso la moglie con un colpo di pistola alla testa. Quindi si è sparato alla tempia con la pistola a tamburo che deteneva illegalmente, una Smith & Wesson calibro 38 ora sequestrata. Agonizzante, è stato portato all’ospedale San Martino, dove è morto.
Carlo Trabona, di origini siciliane, muratore in pensione con un precedente per omicidio volontario nel 1977, è andato nel locale vicino a casa dove ha colpito i due fratelli, suoi dirimpettai e amici, uno alla testa e uno all’addome: quello ferito alla testa (Angelo Cavarretta, 76 anni) è morto all’ospedale San Martino, l’altro (Loreto Cavarretta, 68 anni) poco dopo al Galliera.
Secondo la ricostruzione della Squadra omicidi il pensionato e i due vicini si sono incontrati sotto i portici del bar. È nata una discussione, Trabona ha tirato fuori la pistola sparando alla testa di uno dei due fratelli. Poi è scappato, inseguito dal secondo. Trabona si è rifugiato in un magazzino. Il suo inseguitore lo ha raggiunto, ma tra gli scatoloni è stato colpito da un colpo all’addome. L’uomo è poi tornato a casa, poco distante, uccidendo la moglie sul ballatoio, da dove ha chiesto di parlare con un mediatore per spiegare i motivi del gesto e dopo mezz’ora si è sparato. Carlo Trabona e i due fratelli si conoscevano da molti anni: oltre a essere dirimpettai, erano tutti originari di Vallelunga, in provincia di Caltanissetta.
"Sono incredulo, erano tra loro persone molto legate, anche perché venivano dallo stesso paese. Facevano spesso passeggiate insieme. Trabona aveva un piccolo orto sulle alture di Molassana e mi portava la verdura fresca – ha detto Claudio Pigella, un amico delle vittime -. Giocavano spesso a carte al circolo della Concordia, facevano interminabili partite. Nessuno poteva immaginare una cosa del genere".