Strage di Ustica. Napolitano: “Occorre fare chiarezza”

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Strage di Ustica. Napolitano: “Occorre fare chiarezza”

26 Giugno 2010

"Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce all’amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili". Lo sottolinea il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nella ricorrenza del trentesimo anniversario del disastro di Ustica ha inviato un messaggio alla Presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, sen. Daria Bonfietti, rinnovando "ai familiari di coloro che hanno perso la vita in quella tragica notte la sua partecipe vicinanza e quella dell’intera Nazione".

"La tenace dedizione e l’anelito di verità e giustizia con i quali l’Associazione da lei presieduta perpetua il ricordo di quel 27 giugno 1980 trovano la nostra piena comprensione. Occorre – rileva il Capo dello Stato – il contributo di tutte le istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera di quanto accaduto, che rimuova le ambiguità e dipani le ombre e i dubbi accumulati in questi anni".

"Il messaggio del Capo dello Stato in occasione del 30° anniversario della strage di Ustica è pienamente condivisibile. La mancata individuazione dei responsabili dell’accaduto tiene aperto il caso, al di là delle conclusioni dei collegi peritali sull’esplosione di una bomba a bordo". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi commenta le parole del Presidente della Repubblica sulla strage di Ustica. "Certamente – aggiunge il senatore – fra le opacità non possono essere annoverati i comportamenti degli uomini dell’Aeronautica militare italiana che, pur sottoposti ad accuse gravissime ed ingiuste, hanno saputo mantenere una dignità ed un rispetto per le istituzioni assolutamente esemplare, sino al pronunciamento della Cassazione sulla loro piena lealtà alle istituzioni".

Con la Sentenza depositata il 14 giugno 2010 a Palermo si è definitivamente accertato che "circa le due opzioni formulate per individuare le cause della caduta dell’aereo, e cioè l’abbattimento ad opera di un missile, o l’esplosione interna, la Corte ritiene accertata, nel rispetto degli standards di prova sopra specificati, la prima" cioè il "missile". È quanto sottolineano, in un comunicato, i due avvocati che hanno seguito la vicenda e cioè Vanessa Fallica e Daniele Osnato. Infatti – spiegano – "la sentenza della Corte di Appello di Palermo, prima sezione, a mezzo del proprio Presidente Relatore Dr.Alfredo Laurino, ha chiuso ogni porta alle ulteriori fantasiose, infondate e depistatorie ipotesi di deflagrazione di una bomba all’interno del DC9, definitivamente accertando, in punto di fatto, le cause della deflagrazione per opera di un missile. La Corte, sul punto, ha vagliato le numerose perizie versate al fascicolo dibattimentale valorizzando ogni aspetto ed elemento di prova ed escludendo che una bomba potesse aver lasciato quei segni ritrovati sul relitto". "Il fatto accertato dalla Corte non potrà essere oggetto di alcuna riforma, essendo definitivo poichè l’eventuale ricorso in Cassazione potrebbe vertere su mere questioni di puro diritto. Tale fatto, quindi, è oramai giudizialmente appurato dalla magistratura Italiana e non più revocabile in dubbio". Adesso "nessuno può più mettere in discussione che quella sera del 27 giugno del 1980 l’aereo dove viaggiavano 81 Italiani sia stato abbattuto da un missile. Ora il passo successivo sarà quello di verificare di quale nazionalità era il missile", sottolineano di due avvocati.