Stupri di Roma. Bianchini: “Incastrato dal Pd perché sapevo troppe cose”

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Stupri di Roma. Bianchini: “Incastrato dal Pd perché sapevo troppe cose”

25 Novembre 2009

"Un complotto ordito alle sue spalle perché era a conoscenza della macchina politico-affaristica messa in piedi da alcuni politici del Pd della Capitale per accumulare soldi in nero". Il j’accuse arriva da Luca Bianchini, ex segretario del circolo del Pd del quartiere Torrino, in carcere perché accusato di essere lo stupratore seriale di Roma.

In una lettera di sette pagine scritta a mano, inviata all’agenzia giornalistica Ansa, il presunto stupratore riferisce di "gravi fatti politici" che risalgono alla campagna elettorale amministrativa del 2006. Nella lettera Bianchini afferma, facendo nomi e cognomi, che candidati del Pd romano si sarebbero messi in tasca i soldi raccolti nelle cene elettorali e che, perciò, il bilancio finale sarebbe stato falsificato.

Bianchini afferma poi, sempre facendo i nomi di aziende e esponenti Pd, che ci sarebbe stato chi era economicamente sostenuto nella campagna elettorale da imprenditori nei confronti dei quali erano in corso battaglie politiche a sostegno di comitati di cittadini.

Nella lettera Bianchini spiega che "tutto il contante liquido che veniva raccolto alle cene elettorali del maggio 2006, nel corso della campagna elettorale di Patrizia Prestipino alla presidenza del XII municipio, invece di essere consegnato per la dovuta contabilizzazione, finiva direttamente nelle tasche di Riccardo Milana", ora senatore del Pd.

La Prestipino è assessore al turismo della Provincia di Roma. Bianchini nella lettera sostiene che "fu praticamente imposto di presentare, a chiusura della campagna elettorale, un bilancio del comitato completamente falso, in quanto non erano stati contabilizzati la maggior parte dei liquidi versati raccolti alle cene".

Pronta la replica di Riccardo Milana che annuncia querela nei confronti di Luca Bianchini: "Sono ricostruzioni false – dice Milana – frutto di una mente malata e di quella di qualche cattivo consigliere. Mi spiace che Bianchini nella sua disperazione inventi storie, i crimini di cui è accusato sono talmente gravi che nessun ipotetico complotto può giustificarli". "Non mi pare che alle cene siano stati raccolti soldi", conclude Milana.

Il presunto stupratore tira in ballo anche Manlio Cerroni, presidente della Colari la società che gestisce la discarica di Malagrotta a Roma. Sostiene che Cerroni, "per interesse appoggiò la candidatura della Prestipino". "Io non conosco nessun Bianchini e non ho mai avuto rapporti con Patrizia Prestipino. La conosco solo perché era presidente del XII municipio", replica Cerroni precisando: "Se ho appoggiato la candidatura della Prestipino? Ma per carità io voto anche altrove".