Sud, Quagliariello: Grande assente ingiustificato in L. Stabilità. Crescita a zero, serve piano specifico investimenti
27 Ottobre 2015
di redazione
"Il timidissimo accenno di ripresa, prossimo allo zero, non basta a oscurare il dato sostanziale che emerge dal rapporto Svimez: l’assenza di crescita nel Mezzogiorno e la conferma di una Italia che marcia a due velocità. Un quadro preoccupante che evidenzia ancor di più come il Sud sia il grande assente di una legge di stabilità dal respiro corto". Lo dichiara Gaetano Quagliariello.
"La limitata efficacia dei provvedimenti degli ultimi mesi sull’economia meridionale – prosegue – avrebbe dovuto segnalare al governo l’urgenza di un piano di intervento specifico, in grado di incidere in profondità in un’area del Paese gravata da ritardi atavici e problemi del tutto peculiari".
"In questo senso, è condivisibile l’accento posto dallo Svimez su temi come l’incentivo all’investimento, la formazione del capitale umano attraverso la razionalizzazione del sistema universitario, la dotazione infrastrutturale, il contrasto della disoccupazione giovanile da perseguire con misure mirate per il Sud come il mantenimento della decontribuzione agli attuali standard e soprattutto la contrattazione decentrata".
"C’è bisogno di un piano strategico attraverso il quale lo Stato possa da un lato finalizzare in maniera più proficua gli interventi pubblici, e dall’altro rendere il Mezzogiorno attrattivo per gli investimenti privati, italiani e stranieri. Ciò presuppone coraggio, visione e una prospettiva di medio e lungo periodo di cui una legge di stabilità che con una partita di giro taglia le tasse ma rischia di provocarne l’aumento da qua a breve è drammaticamente priva".
"Ci sono i tempi supplementari per cercare di salvarsi in corner, attraverso un collegato alla legge di stabilità interamente dedicato agli interventi per il Sud. Scaduti anche questi – conclude Quagliariello -, se ne dovrà prendere atto nel giudicare severamente una finanziaria che, ad eccezione di misure specifiche per l’Ilva e la Terra dei fuochi, comunque irrisorie rispetto al volume complessivo della manovra, ha cancellato il Mezzogiorno come se fosse non una potenzialità da coltivare ma un fastidio da rimuovere".