Sul nucleare il governo ha fatto la sua parte. Ora tocca all’informazione

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Sul nucleare il governo ha fatto la sua parte. Ora tocca all’informazione

Circa un anno fa abbiamo aperto questo dossier sull’Italia nucleare – cercando di spiegare le ragioni dietro il rilancio dell’energia nucleare in Italia e dove possibile stimolare il dibattito sulle sfide che aspettano tale complesso programma. Molte cose sono successe da allora, per lo più positive, anche se il progresso è stato in alcuni aspetti meno rapido di quanto ci si sarebbe augurato.

Una nuova legge che include la delega al governo in materia nucleare è stata approvata, il processo verso i vari decreti legislativi è cominciato, il governo ha firmato accordi con i principali paesi con esperienza in materia nucleare, quali la Francia in febbraio e gli Stati Uniti proprio questa settimana, gli operatori e altre compagnie operanti nella filiera nucleare si stanno muovendo per stringere accordi con società estere in vista di futuri investimenti nel settore, ed il dibattito sui siti è cominciato (anche se non proprio nella maniera giusta).

Altri aspetti sono meno positivi e lasciano aperte incertezze che devono essere rapidamente chiarite, quali appunto il dibattito sui siti, e il ricorso di alcune Regioni contro la legge 99, i dettagli sul piano per il trattemento delle scorie, e l’assenza di un vero e proprio dibattito e confronto con il pubblico che servirebbe ad informare, chiarificare ed eliminare pregiudizi ed erronei luoghi comuni.

Nonostante ciò l’elemento più importante per il rilancio del nucleare in qualsiasi paese e non solo in Italia,vale a dire  il supporto governativo al progetto nucleare, è rimasto costante – se non è addirittura aumentato. Ciò è un bene dal momento che il nucleare, essendo un investimento strategico di lungo termine, ha bisogno di fiducia, coerenza e costanza in termine di politica governativa.

Il governo e la maggioranza in parlamento stanno dimostrando di possedere tali caratteristiche. I prossimi passi diventano quindi ancora più importanti per due ragioni: per non perdere il terreno guadagnato e per affrontare i problemi che rimangono (che sono ancora considerevoli). Tali considerazioni e un analisi dei problemi che ancora si pongono sulla strada verso la posa della prima pietra sono i temi di nuovo paper pubblicato da Magna Carta il mese scorso.

In occasione di di un seminario ristretto tenuto il 10 marzo 2009, la Fondazione Magna Carta ha commissionato a esperti del settore (fra cui gli autori di questo dossier Giorgio Calì e Filippo Gaddo, in aggiunta a Massimo Beccarello e Andrea Villa) due documenti che passano in rassegna il contesto economico, normativo e istituzionale nel quale si dispiegherà nei prossimi anni la realizzazione delle nuove centrali nucleari in Italia. Essi mettono in evidenza le rilevanti difficoltà che si prospettano, di carattere politico, amministrativo, finanziario e offrono suggerimenti e proposte per minimizzare i rischi di costosi ritardi.

La Fondazione Magna Carta continua a dedicare la massima attenzione a questo tema promuovendo approfondimenti e dibattiti allo scopo di sostenere l’azione di governo, con lo scopo di monitorare lo stato di avanzamento del processo e stimolare nelle sedi più opportune gli adempimenti necessari da parte di tutti i soggetti coinvolti.

Il coinvolgimento delle Fondazione, così come il lavoro di altre fondazioni, think tank, giornali e riviste (incluso l’Occidentale) è dunque un aspetto fondamentale per superare uno di quegli ostacoli menzionati in precedenza – la necessità di un dibattito informativo. Il prossimo anno infatti non si presenta di sicuro più facile di quello passato. Ma per il momento (e solo per un breve momento) possiamo guardare indietro con soddisfazione ai passi e ai progressi degli ultimi diciotto mesi.