Sul voto agli immigrati è scontro tra Fini e la Lega
04 Settembre 2008
di redazione
Tema della concessione del voto agli immigrati.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini, ospite alla festa del Pd a Firenze, apre alla proposta del leader del Pd Walter Veltroni sul diritto di voto agli immigrati.
"L’ipotesi non è affatto sciagurata" ha affermato la terza carica dello Stato.
"Gli immigrati – ha precisato Fini – devono dimostrare di essere in grado di adempiere a certi doveri e devono risiedere in Italia in modo regolare, da un certo numero di anni e con certi comportamenti".
La terza carica dello Stato ci tiene anche ad avvertire la platea della festa democratica che la concessione del diritto di voto non deve essere vista "come una garanzia assoluta di integrazione".
"Pensare che la garanzia del voto alle amministrative – ha sottolineato il presidente della Camera – sia garanzia di effettiva integrazione è illusorio perchè il ragionamento è più complesso. Se c’è il riconoscimento al diritto di voto alle amministrative ci deve essere anche un equilibrio nella richiesta a questi cittadini di rispettare dei doveri".
L’apertura del presidente Fini alla proposta veltroniana non fa proseliti nella maggioranza. Molte sono le voci contrarie.
Il primo ha ricordare a Fini la scala delle priorità è stato il Reggente di An Ignazio La Russa affermando che "oggi la priorità è la lotta all’immigrazione clandestina".
Gli fa eco Maurizio Gasparri ricordando che per questio tipo di provvedimenti "non ci sono i numeri in Parlamento non c’erano nemmeno con la sinistra e comunque non è un tema in agenda".
Scontato il no della Lega Nord, che con il presidente dei deputati Roberto Cota avverte: "Quando poi si cominciano ad aprire le maglie non si sa dove si arriva: ci sono città dove ci sono partiti islamici pronti a costituirsi".
"Tuttavia – ha concluso Cota – il problema non si pone perché non è previsto nel programma della maggioranza e perché la stragrande maggioranza dei cittadini è contraria".
Anche il senatore del Carroccio Fabio Filippi alza le barricate contro l’apertura di Fini alla proposta del Pd.
"Pur mantenendo la totale fiducia e stima nei confronti del presidente della Camera Fini – ha spiegato l’esponente del Carroccio – rimane evidente che l’errore ormai riconosciutogli da parte del suo elettorato e da parte evidentemente del coro degli alleati, quell’ errore che già anni fa aveva commesso proponendo un qualcosa che oltre al suo elettorato e agli alleati, la stragrande maggioranza del paese non capisce e non vuole".
"Si rimane basiti di fronte a dichiarazioni che evidentemente lo riportano nell’ errore – ha concluso Filippi – ed è quindi con estrema simpatia e spirito costruttivo che gli si ricorda un vecchio proverbio dei nostri nonni, che come tutti i saggi di un tempo merita di essere ascoltato, sbagliato è umano, perseverare è diabolico".