Sulla sanità persistono alcune criticità ma si guarda a sviluppo ed efficienza

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Sulla sanità persistono alcune criticità ma si guarda a sviluppo ed efficienza

13 Dicembre 2011

“Dal Piano di Rientro al Piano di Sviluppo. La sanità Abruzzese si confronta col resto del paese: tra rispetto del rigore e ricerca di innovazione”. E’ questo il titolo della due giorni di confronto, dialogo e scambio di esperienze per ripercorrere le tappe di un faticoso iter di risanamento, quello sanitario abruzzese.

Titolo di un dibattito, ma si potrebbe meglio dire evoluzione di un percorso culminato in una nuova stagione di credibilità per l’Abruzzo: da ex regione canaglia a modello di virtuosismo tradotto in termini pratici dal pareggio di bilancio raggiunto nel 2010 a nuove prospettive di crescita ed efficienza.

Si è parlato tanto di piano di rientro, ha fatto notare il presidente della Regione e Commissario per la Sanità Gianni Chiodi, ma tutto va inquadrato nella generale crisi che ha attraversato il mondo occidentale. “Nel 2007 – ha spiegato Chiodi – è stato certificato il default: l’Abruzzo come la Grecia. Non si era in grado di pagare fornitori e cliniche private, né di garantire la funzionalità di un sistema che così com’era costruito assomigliava ad un Titanic. L’Abruzzo è stato dunque costretto a chiedere aiuto ad altre regioni ed al governo nazionale, accettando la condizione di comportarsi in modo virtuoso”. Il piano di rientro ha comportato una delle conseguenze più severe per la classe politica, costretta a farsi da parte per aver perso la dignità. “L’Abruzzo – ha proseguito – aveva utilizzato risorse del fondo sanitario nazionale per sostenere il bilancio regionale”.

Evidente, quindi, che oltre ad azioni concrete, era necessario anche un cambio di mentalità. E, in questo senso, il grande merito da attribuirsi al piano di rientro è stato quello di far superare uno dei vizi della politica: il pensare al consenso immediato dell’oggi, distribuendo risorse nei tavoli di concertazione anche quando non ci sono. “Il commissariamento finirà – conclude su una nota di ottimismo Chiodi – quando avremo rimosso le cause che hanno determinato questa situazione: il forte debito accumulato, i deficit che di anno in anno il sistema sanitario faceva registrare ed il livello essenziale di assistenza sanitaria non corrispondente alle reali esigenze di salute dei cittadini abruzzesi”. E ancora: “Il commissariamento terminerà quando ce lo saremo meritati, come sta avvenendo”. Si perché nel corso del convegno sono stati evidenziati anche i punti di forza del sistema sanitario locale nella sua articolazione attuale.

Dati e tabelle dimostrano il superamento del fenomeno dei ricoveri inappropriati e degli eccessi di ospedalizzazione, l’ottimo livello raggiunto dai reparti di cardiochirurgia degli ospedali di Teramo e Pescara, l’efficienza della rete di assistenza  pediatrica di base, solo per citarne alcuni. “Comincia a serpeggiare la sensazione che l’Abruzzo ce l’abbia fatta – ha sostenuto il dirigente dell’Agenas di Roma Francesco Enrichens -. C’è un diverso entusiasmo nel progredire nell’attività di riforma della sanità regionale”.

Atteso anche l’intervento del ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha ribadito l’azione di continuità fra piano di rientro e fase successiva, ossia il piano di sviluppo. “Ogni piano di rientro, se fatto bene, è al contempo un piano di sviluppo perché non può esistere un contenimento dei costi senza un miglioramento della qualità”. Il ministro ha speso parole elogiative per l’Abruzzo: “sono stati fatti molti passi in avanti, riconosciuti anche dai  tavoli romani. Non si può che auspicare che il commissariamento in regione possa avere un termine breve: questo sarebbe anche il suggello di un’attività amministrativa importante che ha avuto l’appoggio da parte del ministero”.