Sulla scuola serve un’operazione verità

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Sulla scuola serve un’operazione verità

03 Marzo 2015

La riforma della scuola arriva sul tavolo del consiglio dei ministri. E’ uno dei temi sui quali il presidente del Consiglio Renzi ha scommesso maggiormente, convinto che “se riparte la scuola, riparte l’Italia”. Le questioni da affrontare sono tante, stabilizzare le graduatorie, sostenere le paritarie, ristrutturare l’edilizia scolastica, dirigenti e supplenti, e ogni voce della riforma presuppone investimenti, tanti soldi, miliardi di euro nei prossimi anni.

Se davvero per migliorare l’Italia bisogna puntare tutto sulla scuola, è bene dire le cose come stanno, condividere le scelte di fondo per il Paese mettendo gli italiani di fronte alla realtà: dobbiamo trovare la quadra tra un welfare che per ragioni demografiche è chiamato a reggere la generazione dei baby boomers (oltre a quelle precedenti), e l’investimento sul futuro, sui nostri figli, sulla scuola, cioè su tutte quelle risorse che daranno ossigeno all’occupazione permettendo al sistema esistente di non essere travolto. Non si tratta di mettere una generazione contro l’altra, anche se alcuni squilibri generazionali vanno sanati e occorre fare delle scelte di lungo respiro.

Da quando è al Governo Matteo Renzi ha citato più di una volta il Frank Underwood di House of Cards, un politico che, al di là dei colpi di scena di una serie tv, è l’incarnazione del riformismo più radicale. Beh, nella seconda puntata della attesa terza stagione della serie, andata in onda nei giorni scorsi, Underwood si rivolge agli americani per dirgli più o meno questo: Washington vi ha mentito troppo a lungo, i programmi di protezione sociale hanno mandato a rotoli l’economia, bisogna che ogni americano si metta al lavoro.

“You are entitled to nothing”, dice Underwood rivolgendosi con tono di sfida all’elettore medio, “dovete costruirvi il vostro futuro,” aggiunge indicando la strada da percorrere, consapevole del fatto che il governo non ha dato ai cittadini tutti gli strumenti per riuscirci. Ecco, bisogna dare al più presto ai giovani italiani gli strumenti di cui parla Frank. Il nostro Paese deve avere un sistema dell’istruzione libero e con standard di qualità che siano degni del nuovo secolo (un metodo), un ambiente dove si va avanti, professori e studenti, per merito e imparando a fare oltre che a pensare. Tutto questo ha un costo. Vale la pena dire ai cittadini perché dobbiamo pagarlo, adesso.

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