Tangenti. Fini: “Nessuna Tangentopoli bis. Chi ruba è solo un ladro”
15 Febbraio 2010
di redazione
Il malaffare in politica esiste ancora ma sostenere la politica è immersa in una stagione di Tangentopoli è un errore. Questo in sostanza il ragionamento articolato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un incontro con gli studenti alla Luiss rifiutando un parallelo fra gli episodi di corruzione attuali e quelli di Tangentopoli.
"Oggi chi ruba non lo fa per il partito ma perché è un ladro", chiosa la terza carica dello Stato. "Non so se oggi c’è una questione morale, indubbiamente il malvezzo e la corruzione ci sono, ci sono sempre stati e ci saranno" aggiunge Fini che tiene a sottolineare di non condividere la tesi "di chi dice che è più o meno come era prima di Tangentopoli quando chi raccoglieva le tangenti diceva che servivano alla politica".
"Spero che nessuno voglia sostenere che la politica è marcia perché ha bisogno di tanti soldi", continua il presidente della Camera sottolineando che i grandi partiti del passato "avevano in ogni città decine di impiegati e strutture che non esistono più. C’era il peso mastodontico di questi apparati. Oggi non c’è più".
Secondo il presidente della Camera "oggi ci sono tanti episodi di tangenti e corruzione", ma coloro che li compiono "devono essere chiamati come meritano: volgari lestofanti. Evitiamo paragoni impropri", conclude Fini.