Teatro alla Scala. Contestazioni alla prima della “Carmen”
07 Dicembre 2009
di redazione
"Basta tagli alla cultura". È questo uno degli striscioni dei dipendenti del teatro Alla Scala, che campeggia sulle transenne a pochi passi dall’ingresso principale del Teatro, dove è iniziata la rappresentazione della Carmen. Sono state diverse decine i lavoratori che nonostante la pioggia, hanno urlato slogan contro gli spettatori che "nonostante la crisi sono pronti a pagare migliaia di euro per assistere allo spettacolo".
"La legge Barbareschi/Carlucci pronta ad essere approvata in Parlamento insieme alla volontà dell’Anfols (Associazione sovraintendenti) – spiega la Cub Scala – è di smantellare le fondazioni liriche, precarizzando ulteriormente e riducendo gli organici". Un contesto in cui "il nostro sovrintendente promuove il distacco della Scala dalle altre Fondazioni con la scusa del ‘Teatro nazionale’", realizzando, secondo i sindacati di base, "l’antico progetto dei ‘mercanti’ del cda scaligero di indebolirci nelle trattative".
Secondo i sindacati "per valorizzare l’eccellenza della Scala, invece di ‘titoli’ servono riconoscimenti sostanziali, cioè risorse economiche,meno trasformazioni epocali a danno dei lavoratori volte a scoprire le intenzioni del governo di dismettere la lirica e la cultura dagli interessi di Stato". Il j’accuse è anche contro il cda della Scala ‘co-regista’ di questo progetto finalizzato a privatizzarla.
I sindacati non risparmiano neanche il governo che "invece di coltivare il sogno che il teatro rappresenta e la cultura del Paese, copre i megabuchi delle banche e gli permette, di fatto, di svendere a loro stessi il più importante teatro del mondo". I dipendenti più volte hanno urlato "la cultura fa paura". Nei momenti di tensione tra forze dell’ordine e manifestanti c’è stata anche una donna che è rimasta leggermente contusa nel parapiglia. La donna è stata soccorsa sul posto.
Dopo che tutti gli spettatori della prima della Carmen sono entrati in teatro per l’inizio dell’opera, i lavoratori raccolti in piazza per protestare contro la crisi e i tagli occupazionali, hanno ben presto sciolto i loro presidi. Complice anche la pioggia, iniziato lo spettacolo, i lavoratori hanno deposto le bandiere, lasciando il posto a tanti curiosi che ancora si attardano aggrappati alla recinzione di piazza Scala. Sulle transenne sono comunque rimasti alcuni slogan, testimoni della protesta di oggi, come quello degli enti lirici che hanno ribattezzato il Fus, Fondo Unico dello Spettacolo, nell’acronimo ‘Fine dell’ultimo spettacolo’ o quello dei Cobas con su scritto ‘Lavoratori contro la crisi’.