Terremoto. Bertolaso: “Stanziati 14 mld, ricostruzione in 10 anni”
07 Ottobre 2010
di redazione
Dopo il terremoto del 6 aprile del 2009 lo Stato ha "immediatamente reagito" e per ricostruire L’Aquila sono già stati stanziati circa 14 miliardi. Lo ha detto il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso facendo il punto al Senato su quanto è stato fatto finora in Abruzzo.
Il sottosegretario ha ricostruito passo dopo passo i primi dieci mesi dell’emergenza, ricordando che a L’Aquila sono intervenuti complessivamente 50mila soccorritori e ha ribadito che per ricostruire la città ci vorranno in tutto dieci anni. Questo è stato il motivo principale, ha spiegato, che ha spinto il Governo a realizzare gli appartamenti antisismici del progetto C.a.s.e. e le villette di legno. "Abbiamo voluto evitare che gli aquilani vivessero dieci anni in container o strutture disagevoli" ha detto.
Bertolaso ha poi fatto il punto sui soldi messi a disposizione dal Governo. Complessivamente, per la prima fase emergenziale e per la ricostruzione, sono stati stanziati quasi 14 miliardi per il periodo 2009-2012. Nello specifico, l’emergenza è costata 1,4 miliardi, la gestione dell’attuale fase costa 667 milioni, mentre per la ricostruzione vera e propria sono stati deliberati dal Cipe 4,5 miliardi. A questi, ha proseguito, si aggiungono altri 5 miliardi, di cui 3,5 a credito d’imposta. Ci sono poi i 493 milioni del fondo di solidarietà dell’Ue, già spesi e sul cui utilizzo "c’è già stato un audit che ha certificato l’assoluta correttezza dell’operato del Dipartimento della Protezione Civile". E di "pieno rispetto" delle regole e delle normative, il sottosegretario ha parlato anche in relazione agli appalti che sono stati affidati a L’Aquila in oltre seicento gare che hanno coinvolto più di 200 imprese.
"Nessun addebito è stato finora mosso – ha detto – né dalla magistratura penale né da quella contabile". Ulteriore motivo di soddisfazione, per Bertolaso, anche il dato sugli incidenti sul lavoro: "il numero dei casi, nonostante i 26 milioni di ore lavorate, è di 30 volte inferiore alla media nazionale".