Terremoto. Cnr: “Oltre 700 scosse in 4 giorni e ce ne saranno altre”
09 Aprile 2009
di redazione
"All’Aquila c’è una situazione difficile da definire, è molto complessa, è un caso singolare. Dall’evento principale di domenica notte ci sono state più di 700 scosse. In quattro giorni ci sono state altre scosse di magnitudo superiore a 5. Il fatto che ci siano state delle repliche forti vuol dire che c’è ancora molta energia nella zona sismogenetica. Non sappiamo quanta energia sia in grado di liberare ancora la faglia. Ci saranno sicuramente altre scosse, ma non sappiamo quante saranno e di quale magnitudo". E’ quanto ha dichiarato Gian Paolo Cavinato, ricercatore Cnr dell’istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria.
"Il fatto singolare è che si verifichino scosse così intense anche dopo 4, 5 giorni dalla prima – ha sottolineato -. Sembra essere in una situazione simile a quella del terremoto in Umbria, dove ci fu una seconda scossa di forte magnitudo due giorni dopo la prima, quella che provocò il crollo della volta della basilica di San Francesco d’Assisi. All’Aquila prima di questo sisma ci fu un terremoto di magnitudo 6,8 nel 1703. La zona colpita era chiaramente conosciuta come zona sismica ad alto rischio e il fatto che mancassero da centinaia di anni terremoti forti voleva dire che c’era la possibilità che si generassero nuovi terremoti".
"Gli ipocentri dei terremoti di questi giorni all’Aquila si stanno spostando progressivamente verso nord-ovest e potrebbero influenzare altri elementi sismogenetici", ha poi aggiunto Cavinato."Ora siamo al lavoro per l’emergenza ma anche per una pianificazione successiva perché le persone siano più sicure e possano abitare in quei luoghi tranquillamente", ha aggiunto il ricercatore. "Per questo stiamo studiando gli effetti di Sito, ovvero il diverso comportamento di un edificio in relazione alle caratteristiche geologiche del territorio – ha concluso -. Da anni i nostri studi sono finalizzati alla conoscenza geologica del territorio, fondamentali per l’individuazione di aree a potenziale rischio geologico e sismico. Tali ricerche sono fondamentali per la pianificazione e la microzonazione sismica dei nostri centri urbani".