Terremoto, niente Fiducia. Domani riprende la discussione in Senato
20 Maggio 2009
di redazione
Il "dossier" terremoto non è ancora chiuso. Niente fiducia, l’esame del decreto legge Abruzzo prosegue il suo iter e domani il Senato darà il primo via libera del Parlamento al pacchetto di aiuti per la ricostruzione. Niente maxi-emendamento, dunque: il testo resta quello approvato il 23 aprile dal governo all’Aquila, arricchito dalle modifiche votate in commissione a Palazzo Madama.
Qualche novità in extremis però è in arrivo: «Piccoli emendamenti in sede di formulazione – assicura il presidente dei senatori Renato Schifani – che non hanno carattere strategico».
Ridotti all’osso intanto quelli parlamentari: il Pd ha tagliato le proposte da 300 a 42, l’Idv e l’Udc a poco più di dieci a testa e la maggioranza ha ritirato tutto il pacchetto. Una mossa che ha reso impraticabile blindare il voto, lasciando spazio ancora al confronto nel merito.
Soddisfatti i Democratici: aver scongiurato la fiducia «consentirà – commenta il numero uno dei senatori del gruppo Anna Finocchiaro – l’esame delle misure che per noi sono importanti».
È una «nostra vittoria», dice il senatore del Pd Giovanni Legnini. Alla fine della giornata, dunque, il governo cede e non chiede la fiducia. Ma tutto era già pronto, maxi-emendamento compreso.
Il testo conteneva le modifiche approvate dalla maggioranza durante la maratona notturna in commissione Ambiente e limava alcuni capitoli. Non c’era invece alcun riferimento (e non dovrebbe esserci neanche domani) al risarcimento per gli obbligazionisti Alitalia. Una materia troppo eterogenea, si ragionava in ambienti parlamentari e di governo, per essere inserita senza ricadute nel decreto legge.
Sulla scelta di blindare il voto, invece, nell’Esecutivo il confronto è stato serrato. Due gli schieramenti in campo, con il ministro dei Rapporti per il Parlamento Elio Vito a giocare il ruolo da mediatore tra le diverse esigenze del governo. Complice l’assist delle opposizioni, alla fine, quanti non volevano l’ennesima fiducia hanno vinto la partita.
Ridotti a poco più di 60 gli emendamenti e tenuto conto che i tempi non sono pressanti (il dl scade a fine giugno) qualsiasi altra strada non sarebbe stata facile d’altro canto da giustificare in Aula. Domani dunque si riparte.
I fari sono puntati sul cuore del provvedimento: gli aiuti alla ricostruzione della prima casa che, grazie alle novità introdotte in Parlamento, sono diventati integrali e a fondo perduto. Queste come altre modifiche della commissione pongono però, hanno più volte sottolineato gli esponenti delle opposizioni, una questione di copertura. E della stessa idea sembra essere la commissione Bilancio, che infatti ha chiesto una nuova relazione tecnica al governo. Una carta considerata «imprescindibile» dal Pd per un esame corretto, e in assenza della quale in mattinata l’Aula del Senato non ha potuto procedere al voto.
Approvate invece alcune novità sulla cosiddetta ‘governance’ , vale a dire sul ruolo delle istituzioni locali: con un nuovo emendamento del governo, sindaci e provincia conquistano maggiore spazio nella pianificazione della ricostruzione dei comuni. Così come ha ottenuto il sì dei senatori, la revoca della proroga alle norme antisismiche per l’edilizia che entreranno in vigore, dopo anni di attesa, a partire dal prossimo luglio.