Terrorismo. Arrestata in Yemen presunta mittente dei pacchi esplosivi

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Terrorismo. Arrestata in Yemen presunta mittente dei pacchi esplosivi

30 Ottobre 2010

Le autorità dello Yemen, terra di origine della famiglia bin Laden, hanno reagito con sequestri di plichi sospetti, chiusure di uffici e l’arresto di una presunta terrorista all’ennesimo allarme internazionale suscitato dai pacchi bomba apparentemente spediti verso una sinagoga di Chicago dal ramo yemenita di al Qaida.

Allo stesso tempo, Sanaa si trova però sempre più tra il martello delle pressioni di Washington e l’incudine dei gruppi integralisti che, sparsi in tutto il Paese, godono di un crescente sostegno da parte delle tribù locali. Le autorità hanno sequestrato 26 pacchi sospetti e interrogato dipendenti di societ… di trasporto aereo e della divisione cargo dell’aeroporto internazionale di Sanaa. Nel dubbio che ci siano in giro altri ordigni dopo i due rinvenuti ieri, nella capitale inoltre sono stati chiusi gli uffici dei colossi americani delle spedizioni, Ups e Fedex. Usa, Gran Bretagna, Francia e Italia hanno deciso di sospendere "in via temporanea" l’atterraggio nei suoi aeroporti di tutti gli aerei cargo provenienti dallo Yemen.

Secondo il premier britannico David Cameron, l’esplosivo scoperto a bordo di un cargo in sosta all’aeroporto inglese di East Midlands doveva esplodere era stato progettato per esplodere a bordo dell’aereo su cui era stato caricato, nel suo tragitto dallo Yemen agli Stati Uniti. Cameron ha tuttavia precisato che "a questo punto non vi sono elementi per dire che era stato progettato per esplodere in territorio britannico, anche se certamente non siamo in grado di escluderlo".

Dopo averne circondato la casa, la polizia ha arrestato a Sanaa una donna sospettata di aver spedito i pacchi bomba diretti negli Stati Uniti. Sul fronte dei rapporti con gli Usa, il consigliere alla Sicurezza americano, John Brennan, ha parlato con il presidente dello Yemen, Ali Abdallah Saleh, assicurandogli che gli Stati Uniti sono pronti ad "assistere" il suo governo "nella lotta contro Al Qaida nella penisola araba". Per Washington, ha dichiarato il consigliere del presidente Barack Obama, "è importante una stretta collaborazione anti-terrorismo anche lavorando insieme sulle indagini in corso". Seleh ha subito replicato che è determinato a lottare contro il terrorismo ma, ha sottolineato, con i propri mezzi e senza permettere a nessuno di interferire negli affari interni del paese.

Intanto, in tutti i porti e gli aeroporti, sono stati intensificati al massimo i controlli, mentre nella capitale e in particolare nel quartieri dove ci sono le ambasciate occidentali, sono sorti in poche ore nuovi posti di blocco fortificati, con centinaia di uomini delle forze di sicurezza armati di tutto punto, che perquisiscono le auto e anche i passanti. Affermando che "il terrorismo rappresenta un pericolo per il mondo intero", un portavoce ufficiale a oggi detto che i servizi di sicurezza yemeniti hanno già avviato un’indagine "in coordinamento con le competenti autorità degli Emirati Arabi Uniti, della Gran Bretagna e degli Stati Uniti", ovvero dei tre Paesi direttamente coinvolti dal nuovo allarme.

Dopo il fallito attentato del Natale scorso su un volo per Detroit da parte di un terrorista nigeriano addestrato nello Yemen, il governo yemenita ha lanciato una vasta offensiva militare contro presunti santuari di al Qaida nel Nord e nel Sud del Paese, uccidendo o arrestando centinaia di presunti terroristi. Un’offensiva condotta con il contributo operativo degli americani, anche se le autorità yemenite, per motivi di politica interna, sono disposte ad ammettere ufficialmente un solo contributo di consulenza ed intelligence da parte Usa.