Terrorismo. Pollari dichiara che su caso Abu Omar due governi sanno verità
27 Maggio 2009
di redazione
"Le accuse mosse nei miei confronti sono infondate". Al processo in corso a Milano sul sequestro di Abu Omar il generale Nicolò Pollari, ex direttore del Sismi, ribadisce più volte la sua innocenza, si definisce "vittima innocente" costretta a "subire un segreto di Stato" che gli impedisce di divulgare il contenuto di 80 documenti che provano la sua innocenza. "Non possono difendermi -dice ancora Pollari- senza commettere un reato gravissimo. Ho svolto una funzione pubblica con onore, sono un militare, ho patito ma sto zitto perchè non voglio violare la legge".
Rispondendo alle domande delle parti, così come in dichiarazioni spontanee Pollari sottolinea che ben due governi (quello presieduto da Romano Prodi e quello guidato da Silvio Berlusconi ndr) gli hanno ordinato di rispettare il segreto di Stato che copre i documenti che attengono la sicurezza nazionale ma che provano anche l’innocenza dell’ex direttore del Sismi riguardo al sequestro di Abu Omar. Solo genericamente, nel corso del suo esame, il generale Pollari fa riferimento a richieste di rendition che sono state formulate in occasione di importanti incontri internazionali. Ma a queste richieste "è stato sempre opposto un netto rifiuto soggettivo e istituzionale. Ho prestato giuramento alla Repubblica ma a un ordine di questo genere mi sarei opposto. Non avrei obbedito. Nè ho mai consentito ad alcuno (dei funzionari del Sismi, ndr) neanche di pensare ad un’azione del genere figuriamoci di farla". Ma per provare quanto afferma il generale dovrebbe divulgare il contenuto di atti che le autorità di due governi conoscono ma sui quali è stato imposto il segreto di Stato.