Terrorismo. Processo alle nuove Br: condanne fino a 15 anni, cambiati 3 giudici
13 Giugno 2009
di redazione
I giudici della I corte di assise di Milano hanno emesso le sentenze di condanna a carico dei presunti componenti del Partito comunista politico-militare, le cosiddette Nuove Br.
A 15 anni sono stati condannati Davide Bortolato e Claudio Latino; a 13 anni e 10 mesi Vincenzo Sisi; a 11 anni e un mese è stato condannato Bruno Ghirardi; a 11 anni e 4 mesi Alfredo Davanzo; a 10 anni e 11 mesi Massimiliano Toschi; a 8 anni e 3 mesi Massimiliano Gaeta; a 7 anni di reclusione Salvatore Scivoli; a 3 anni e 8 mesi Andrea Scantamburlo; a 3 anni e 6 mesi Amarilli Caprio, l’unica donna imputata, Alfredo Mazzamauro, Federico Salotto e Davide Rotondi. A dieci giorni di arresto Giampietro Simonetto. Assolti, invece, Michele Magon, Alessandro Toschi e Andrea Tonello.
Le sentenze sono state emesse non senza poche polemiche. Prima della Camera di Consiglio sono stati sostituiti tre giudici popolari nel collegio giudicante della prima Corte d’assise di Milano nel processo alle cosiddette "Nuove Br". Nella scorsa udienza, infatti, il presidente della corte Luigi Cerqua ha spiegato che 3 giudici popolari dovevano essere sostituiti per motivi familiari e di salute e così è stato e i giudici sono stati sostituiti da tre supplenti. Questa sostituzione è stata criticata da alcuni degli avvocati che hanno difeso i 17 imputati nel processo. Quanto basta per far dire, ad esempio ad Ugo Giannangeli che "hanno scelto la formazione". Certamente, gli fa eco Pippo Pelazza "è un elemento che getta un’ombra sul rispetto delle procedure". Tutte le difese, infine, dichiarano di voler approfondire il problema nel ricorso che presenteranno in appello.
"È una sentenza che azzera gli spazi di democrazia e nell’inesistenza di un reato associativo colpisce la realtà antagonista". È questo il commento degli avvocati Giuseppe Pelazza e Ugo Giannangeli alla sentenza emessa dalla prima corte d’assise di Milano nel processo alle "Nuove Br". Gli avvocati, che difendono numerosi imputati nel processo, tra i quali Davide Bortolato e Claudio Latino che sono stati condannati alle pene più alte (15 anni), hanno spiegato al termine della lettura della sentenza che "il Tribunale speciale degli anni ’20 e ’30 fu più rigoroso nell’applicare la legge".
I legali hanno spiegato di non essere soddisfatti e che la loro valutazione "non è stata modificata dalle tre assoluzioni e dalla riduzione delle pene rispetto alle richieste del pm". L’avvocato Giannangeli, inoltre, ha parlato della sostituzione di tre giudici popolari, che è stata effettuata prima che il collegio entrasse in camera di consiglio, per motivi familiari e di salute di alcuni giudici che non potevano partecipare. "È strano – ha detto l’avvocato – che chi ha seguito per quasi due anni il processo non partecipi poi alla Camera di consiglio finale".