Torino. Pregiudicato in libertà vigilata si uccide per evitare arresto
14 Settembre 2010
di redazione
Un pregiudicato di 50 anni, Rodolfo Gottardo, si è tolto la vita oggi per evitare di essere arrestato di nuovo. L’uomo, che era in stato di libertà vigilata, ha prima minacciato di far saltare per aria il condominio in cui viveva a Torino. Poi, dopo una lunga trattativa con i carabinieri in divisa che dovevano notificargli l’arresto per una rapina in banca compiuta lo scorso 10 settembre in provincia di Asti, si è tagliato le vene dei polsi.
Inutile la corsa in ospedale: l’uomo è morto poco dopo le 8 all’ospedale San Giovanni Bosco. All’interno dell’abitazione, i militari dell’Arma hanno trovato numerose lettere in cui il pregiudicato diceva di volerla fare finita.
L’arresto di Rodolfo Gottardo, il pregiudicato che si è tolto la vita per evitare il carcere, doveva essere eseguito questa mattina all’alba. I carabinieri di Asti, che erano risaliti a lui sulla base delle impronte digitali raccolte in una banca dell’astigiano rapinata venerdì scorso, hanno suonato il campanello della sua abitazione torinese, in via Fratelli Faà di Bruno, alle 5.30. "Dobbiamo fare un controllo nell’ambito della sua libertà vigilata", è stata la scusa adottata dai militari in divisa per farsi aprire.
"Non è vero, siete qui per la rapina dell’altro giorno", ha risposto senza aprire il pregiudicato. "Andate via o faccio saltare tutto per aria", ha minacciato l’uomo, costringendo i carabinieri (insieme a quelli di Asti erano presenti anche quelli della Compagnia San Carlo di Torino) ad evacuare le nove famiglie residenti nel palazzo. Dopo aver chiuso il gas e l’energia elettrica, i carabinieri hanno iniziato una lunga trattativa con il pregiudicato.
Dopo oltre un’ora di tentativi di farsi aprire la porta, l’uomo ha smesso di parlare. I carabinieri hanno quindi sfondato la porta e, quando l’hanno trovato con le vene tagliate, si sono precipitati in ospedale. Per l’uomo, però, non c’è stato nulla da fare.