Tragedia nel catanese: morti sei operai. Un minuto di silenzio in Senato
11 Giugno 2008
di redazione
Ancora morti bianche. Su invito del presidente Renato Schifanil Senato ha osservato un minuto di silenzio per i sei operai morti in Sicilia. Dopo aver letto la notizia del grave incidente avvenuto in un depuratore, Schifani ha ricordato l’urgenza di reistituire la commissione di inchiesta sulle morti bianche anche in questa legislatura.
La notizia è trapelata intorno alle 17. I fatti: sei operai che lavoravano nel depuratore consortile di Mineo, a 35 km da Catania, sono morti mentre stavano pulendo una vasca. Lo si è appreso da carabinieri e Vigili del fuoco già giunti sul posto.
La morte sembra sia stata causata dall’inalazione di sostanze tossiche. I sei, infatti, erano in una vasca quasi vuota. Quattro erano dipendenti comunali e gli altri due di un azienda privata. Più precisamente, in base a quanto riferito all’Adnkronos dai Vigili del Fuoco e dai Carabinieri, gli operai sarebbero deceduti a seguito delle esalazioni sprigionate dalla vasca. Sul luogo della tragedia si sta intanto recando il magistrato.
Mineo, 5700 abitanti, si trova nell’entroterra catanese, a 59 km dal capoluogo, tra Caltagirone e Palagonia. È un paese di tradizioni agricole, vi sono molti produttori di olive, con un centro storico medievale. A Mineo nacque lo scrittore Luigi Capuana, uno dei padri del «verismo».
Nel comune di Mineo gli impiegati sono sconvolti. Al telefono una donna tra le lacrime, come riporta il sito intrnet del Corriere della Sera, dice: «Tra i morti vi sono quattro nostri colleghi. Il sindaco appena appresa la notizia è andato al depuratore dov’è avvenuta la tragedia».
Silvio Berlusconi ha affermato di aver cercato il ministro Welfare Sacconi «per chiedergli di recarsi sul posto e verificare la dinamica dell’incidente». «Alle famiglie – ha detto il presidente del Consiglio – va la vicinanza e anche l’aiuto concreto mio personale e del governo».
Ma non è stato l’unico caso della giornata. Di carattere diverso, perché avvenuto in ambito agricolo e non edile, il caso che ha sconvolto il Nord Italia. Si è infatti appreso dalla stampa locale, stamani, che un altro operaio (Dino Berghignan di 33 anni) era morto ieri sera nelle Valli del Natisone, in provincia di Udine, vittima di un infortunio: l’uomo è infatti scivolato in un pendio ed è stato travolto da una ruspa mentre era al lavoro in un campo.
Dalla ricostruzione fornita dalla stampa locale la vittima stava percorrendo a bordo della ruspa un appezzamento di terra di proprietà della sua famiglia, a ridosso dell’abitato di Rodda. Il giovane stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione nella vicina casa paterna e stava trasportando del materiale, quando il mezzo si è ribaltato facendo cadere Berghignan e schiacciandolo, per poi rotolare per quasi 200 metri in fondo alla scarpata. È stato il padre, Mario, preoccupato del mancato rientro per la cena del figlio, ad andare a cercarlo. La vittima viveva a Cividale con la moglie e due figlie piccole, di 5 e 2 anni.