- Doveva essere “decreto aprile”, era diventato “decreto maggio”, ora per evitare lo stillicidio lo hanno ribattezzato “decreto rilancio”. E intanto la stragrande maggioranza degli aventi diritto, tra cassa integrazione e altre misure, ancora aspettano i soldi di marzo. Per non parlare del flop dei prestiti del “decreto liquidità”.
- In queste ore continuano gli slittamenti per le liti interne alla maggioranza e per la forte opposizione di organizzazioni di categoria (Confindustria, organizzazioni di esercenti ecc.). La bozza finora circolata è un provvedimento-monstre di 500 pagine e 258 articoli.
- Secondo le anticipazioni e le dichiarazioni di Gualtieri, sarebbe previsto uno sconto IRAP di due miliardi per le aziende medie (a quanto scrivono alcuni giornali, da coprirsi con extra deficit e poi con il MES). Ma Confindustria e altri sono sul piede di guerra perché è insufficiente per entità e platea di beneficiari. Senza contare che si continua a giocare furbescamente sugli acconti, che invece che da più di quarant’anni per legge possono essere calcolati sulla previsione di incasso e non sul fatturato dell’anno precedente.
- Sul turismo c’è lo zero assoluto, tranne una ridicola formulazione del “bonus vacanze”. Fino a 500 euro per nuclei familiari con ISEE inferiore a 35mila euro (ora dopo le proteste pare sia stato portato a 50mila euro), che per il 90% (dopo le proteste pare portato all’80%) anticipa l’azienda ricettiva sotto forma di sconto da recuperare con credito di imposta e per il 10% (dopo le proteste pare portato al 20%) anticipa il cliente. E’ una misura assurda! Dovrebbe aiutare le imprese turistiche e ricettive, le più esposte alla crisi da Covid-19, a recuperare liquidità, e invece finirebbe per affossarle definitivamente. Ancora una volta si scarica tutto sull’impresa. Senza contare che, per meccanismi di Iva, le aziende avrebbero difficoltà di capienza per il credito di imposta.
- Sul contributo a fondo perduto alle aziende che abbiano perso almeno i 2/3 del fatturato ad aprile 2020 rispetto al aprile 2019, diversi ordini di problematiche: 1) Una burocrazia folle per potervi accedere e diverse esclusioni; 2) Entità molto limitata, altro che potenza di fuoco (bassa percentuale di mancato incasso riconosciuta); 3) Tempi biblici, tra il termine per la messa a disposizione della piattaforma informatica e il termine di presentazione della domanda, si rischia che se va bene prima di settembre non si vedrà un euro.
Meglio aspettare anche quello di luglio, non si sa mai. Un “De-cretino” non salva la vita ma distrugge l’economia.