Tv. “Le Iene” accusano la Guardia Costiera: “Nel 2008 uccise 10 migranti”

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Tv. “Le Iene” accusano la Guardia Costiera: “Nel 2008 uccise 10 migranti”

18 Settembre 2009

Un errore nell’abbordaggio e, complice il mare mosso, una nave della Guardia Costiera di Messina avrebbe causato nel giugno 2008 la morte di una decina di migranti: è la storia che racconteranno, documentandola in parte "le Iene", il programma di Italia a cura di Davide Parenti che torna in onda da martedì prossimo.

La "iena" Luigi Pelazza, che segue in genere le questioni relative all’immigrazione, parte da una lettera anonima con foto allegate ("probabilmente scritta da uno degli occupanti della nave della Guardia Costiera e inviata alla Procura di Messina oltre che a noi", rileva Pelazza) che racconta un episodio accaduto il 10 giugno 2008 alla motonave Fiorillo. Dei 27 migranti che erano a bordo di una piccola barca, ne sono stati portati a Malta, racconta Pelazza, "solo 17. Circostanza che abbiamo puntualmente verificato con le autorità maltese e che ci è stata confermata".

Pelazza ha anche parlato con uno dei migranti ancora rimasti a Malta che ha riconosciuto la Fiorillo e ha raccontato l’episodio nello stesso modo in cui viene descritto nella lettera anonima. Non solo: come mostrerà nel servizio, Pelazza ha raggiunto il comandante che allora sarebbe stato responsabile della manovra e che ora è stato trasferito a Taranto ma l’uomo non ha voluto parlare e, dopo essere uscito per andare a lavoro, è tornato indietro e si è barricato in casa.

"A noi – racconta Pelazza – è arrivata la copia di una lettera indirizzata ai primi di giugno di quest’anno alla procura di Messina in cui si parla della nave Fiorillo Cp904. A scrivere – dice la ‘iena’ – sembrerebbe un militare che ha vissuto quell’esperienza e che offre parecchi particolari sulla dinamica del fatto. Secondo la ricostruzione contenuta nella lettera, la piccola barca dei migranti si sarebbe avvicinata alla Fiorello, che ha calato la scaletta di banda lungo la murata della nave, una scala che non si dovrebbe mai usare nelle operazioni di soccorso: la scala prima ha picchiato sulle teste dei migranti poi sula loro barca facendola capovolgere, complice anche un mare forza 4. Chi scrive dà la colpa alla manovra del comandante Pignatale della Guardia Costiera di Messina. I migranti caduti in mare, tutti africani, non sapevano nuotare e alcuni sono stati, secondo la ricostruzione, perfino risucchiati dalle eliche del motore della Fiorillo rimasto acceso".

A questo punto l’autore della lettera, racconta ancora Pelazza, spiega che il comandante è stato preso dal panico e si è chiuso in cabina: è dovuto intervenire il vice per farlo uscire. Solo dopo sono state soccorse le altre 17 persone e portate a Malta. Le Iene hanno allora chiesto alle autorità di Malta se avessero un registro degli arrivi, "cosa che ovviamente – sottolinea Pelazza – avevano. E ci hanno così confermato dell’arrivo dei 17 migranti il 10 giugno 2008. Siamo dunque andati a Malta con le foto allegate a lettera dove si vede chiaramente la nave della Guardia costiera e alcuni primi piani degli occupanti".

Pelazza poi continua la sua narrazione: "Abbiamo intervistato 4 delle 17 persone sopravvissute: una in particolare riconosce nelle foto al nave e le persone e ci dice che tutto è accaduto il 10 giugno 2008 raccontando le cose per filo e per segno sono scritte nella lettera. Ma la cosa più assurda – sottolinea il giornalista che metterà in evidenza questa circostanza nel servizio in onda martedì prossimo su Italia 1 – è che il migrante intervistato a Malta racconta che i 17 si sono accorti solo all’arrivo sull’isola che gli altri 10 erano morti perché era stato detto loro che erano sottocoperta per essere curati. Non solo: il comandante avrebbe requisito foto e video che in questi casi la Guardia Costiera è solita scattare e girare".

Pelazza è dunque andato a Taranto, la città del comandante dove Pignatale era stato intanto trasferito ma quest’ultimo, "braccato" all’uscita di casa, si è rifiutato di parlare con i cronisti dicendo che doveva andare in ufficio: "In realtà è salito in auto poi è tornato indietro e si è barricato in casa".