UE preoccupata per la costruzione della colonia ebraica di Har Homa
10 Dicembre 2007
di redazione
L’ Unione Europea è preoccupata per
l’autorizzazione alla costruzione di nuove abitazione nella colonia ebraica a
Har Homa a Gerusalemme Est, si legge
nelle conclusioni del Consiglio dei ministri degli Esteri a Bruxelles.
“L’Ue – recita il documento – considera che
l’iniziativa possa minare gli sforzi in corso alla ricerca della pace e
dell’instaurazione della fiducia tra le parti, specialmente in questo
momento”. Per questo, proseguono i ministri nelle conclusioni, “l’Ue
esorta Israele ad onorare gli impegni nel quadro della road map e a evitare
attività che possano compromettere un accordo sullo status finale su
Gerusalemme o minare il progresso verso questo obiettivo”.
La scorsa settimana Israele ha annunciato di
aver aperto la gara d’appalto per costruire 300 nuove abitazioni a Har Homa, suscitando proteste anche dagli Stati Uniti e dall’Ue. Anche
oggi il commissario alle Relazioni Esterne ha criticato la decisione, mentre il
primo ministro palestinese Salam Fayyad, in visita a Bruxelles, ha definito
“incoerente con lo spirito di Annapolis” la decisione del governo
israeliano, chiedendo lo “stop immediato”.
L’autorizzazione
all’espansione della colonia ebraica Har
Homa è “incoerente con lo
spirito di Annapolis”. E’ quanto ha dichiarato il primo ministro
palestinese, Salam Fayyad, al termine di un incontro a Bruxelles con il commissario
alle Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner. Anche il commissario ha
criticato il via libera del governo israeliano all’espansione.
“Ad Annapolis -ha affermato Fayyad- è stata espressa l’aspettativa che
siano evitate azioni che minino la credibilità” del processo di pace che
si vuole rilanciare. “Questa azione, l’allargamento della colonia, è totalmente
incoerente con Annapolis e con la direzione generale che si vuol dare”, e per
questo, ha concluso il primo ministro, “va urgentemente fermata”.
Anche
Ferrero-Waldner ha dichiarato: “Noi siamo ansiosi di sentire che
spiegazioni darà Israele all’Onu. Noi abbiamo detto chiaramente che cosa
pensiamo di questa azione, ne riparleremo alla prossima riunione del Quartetto che
avrà luogo lunedì a Parigi”.
Il commissario ha sottolineato che “è molto importante il fatto che su
questa questione non siamo soli, anche gli americani hanno affermato che
Israele non dovrebbe andare contro gli impegni presi, questo non è costruttivo”.