Una risposta alla lettera di Giovanni Schiavin
19 Giugno 2007
di redazione
Avevo promesso una risposta alla lettera di Giovanni Schiavin in cui si affrontava il problema della cultura del centro destra e in generale del mondo conservatore. Colpevolmente non ho ancora avuto modo di scriverla. Mi è venuto però in soccorso un altro affezionato lettore, Davide Bertotti con molti spunti interessanti e assolutamente condivisibili.
Ecco la lettera e fatemi sapere cosa me pensate….
Carissimo Direttore,
la lettera di Giovanni Schiavin è davvero di estremo
interesse. Non è un caso che Paolo Gazzola (mio speciale “padre putativo”,
imprenditore e grande cliente di Rubbettino e Liberilibri) l’abbia subito
inviata a me e a Davide D’Alessandro. Stiamo ormai costituendo un trio che ha
una gran voglia di occuparsi di editoria per gli stessi fini esplicitati da
Schiavin (aggiungendo in particolare tutta la tradizione rosminiana e sturziana
del cattolicesimo liberale).
Ormai è del tutto chiaro: il monopolio culturale della
sinistra è morto ma non ancora (ahinoi) sepolto. Questi anni devono servire ad
affossarlo per sempre con tutti i disastri che ha significato per quei milioni
di sventurati che hanno dovuto subirlo in qualunque settore delle attività
umane. Memori di altre gravissime sciagure intercorse negli ultimi sette secoli
di storia d’Occidente, non vogliamo resuscitare alcuno spirito
“umanistico”, Dio ce ne liberi! Come lei sa, amo troppo i mille anni
del Medioevo per non cosiderarlo, a differenza di troppi, il fondamento sempre
vivo e vitale della nostra civiltà e senza il quale non si potrà ricostruire un
bel nulla, inclusi noi stessi.
Come ormai dal suo debutto, continueremo a seguirla con
assiduità
totale: qualche idea potrà forse cominciare a realizzarsi
fra non molto.
Sempre con grande stima,
Davide Bertotti