Usa 2008. Sondaggi azzardano: Obama come Reagan, vincerà a valanga
23 Ottobre 2008
di redazione
Sorpresa: l’America non è più spaccata in due, come quattro e otto anni fa, quando le presidenziali sono state decise da una manciata di voti in una manciata di Stati. No, quest’anno uno dei due candidati alla Casa Bianca vincerà a valanga: il democratico Barack Obama ripeterà l’impresa di Ronald Reagan contro Jimmy Carter. Per crederlo, bisogna credere ai sondaggi e bisogna credere anche a John Zogby.
Zogby, il sondaggista che quattro anni fa assegnò la vittoria nelle presidenziali al democratico John Kerry sulla base degli exit poll e fu clamorosamente smentito, ci pensa due volte prima di azzardare un pronostico. Anche oggi, a due settimane dal giorno in cui gli americani sceglieranno il prossimo presidente, Zogby è il più prudente e conservatore dei sondaggisti.
La settimana scorsa criticava addirittura i colleghi, troppo inclini, a suo avviso, a indicare nel democratico Barack Obama il favorito nella sfida con il repubblicano John McCain: a lui la corsa sembrava ancora incerta, quasi alla pari. Ma ormai anche Zogby ha sciolto la riserva: Obama potrebbe vincere a valanga, ha detto oggi, e evoca il confronto con il repubblicano Ronald Reagan, che nel 1980 lasciò le briciole a Jimmy Carter.
"Tutto ancora può succedere", è la prima premessa, "due settimane in campagna elettorale sono lunghe come tutta una vita", è la seconda premessa: "Ma i numeri, se tengono, sono numeri sbalorditivi – dice- Calzano nel modello della vittoria di Reagan su Carter del 1980". Sono parole grosse: Reagan vinse in 42 Stati su 50, lasciò a Carter 49 elettori accaparrandosene 489 ma nonostante questo i sondaggi fino a pochi giorni dal voto indicavano uno scontro equilibrato.
"Se Obama vince con questi numeri, non si tratta solo di una vittoria ma di uno spostamento del baricentro politico del Paese", e snocciola le cifre. Il democratico è in testa di 27 punti tra gli indipendenti, di 27 punti tra coloro che hanno già votato, di 16 tra i nuovi iscritti alle liste elettorali. Ha un margine di 31 punti di vantaggio tra gli americani di origine ispanica, del 93% degli afroamericani contro il 2% di McCain; ha un margine di 16 punti nel voto delle donne, di 27 punti tra i giovani sotto i 29 anni, di 5 di coloro che hanno tra i 30 e i 49 anni, di 8 tra i 50 e i 64, di 4 tra gli ultrasessantacinquenni. Obama ha un margine di 25 punti tra i moderati, di 12 tra i cattolici (meglio del 10 per cento di Bill Clinton nel 1996). E’ avanti nel voto maschile di due punti (in genere i repubblicani dominano) ed è sotto tra i bianchi di soli due punti e di appena due tra i soldati e le famiglia di soldati. Persino tra i fan delle corse di auto, l’epigono dell’elettore repubblicano, Obama è alla pari con McCain. E, ciliegina sulla torta, il giovane senatore democratico di Chicago può contare sull’11 per cento del sostegno da parte dei repubblicani.
Zogby cura un sondaggio per l’emittente americana C-Span e per Reuters, è uno dei tre ‘tracking poll’, insieme a quelli degli istituti Gallup e Rasmussen. Si tratta di sondaggi non stop, che ogni giorno misurano l’umore degli elettori prendendo in considerazione i precedenti tre giorni di campagna elettorale. In generale Obama ha ora un vantaggio di 10 punti su McCain, sei in più rispetto alla settimana scorsa. Gli indecisi sono il 7 per cento.
La media degli ultimi dodici sondaggi nazionali dà a Obama un margine di vantaggio minore, di 7,6 punti, e include, come estremi un +2 per cento e un +14 per cento. Con una media di 50,6 per cento tuttavia, Obama è al suo massimo dall’inizio della campagna elettorale. A livello stata, McCain è ritornato ad essere il favorito in West Virginia, ma sta perdendo terreno in Montana. Gli Stati incerti a due settimane dal voto sono Florida, Ohio, Nevada, North Carolina, Missouri, North Dakota e Indiana (McCain è in testa solo negli ultimi due).
Boz-Emc
fonte: APCOM