Usa. Morto l’inviato speciale Richard Holbrooke, mediatore di ferro
14 Dicembre 2010
di redazione
Il diplomatico e inviato speciale americano Richard Holbrooke è morto. Holbrooke, 69 anni, era in condizioni critiche dopo essere stato sottoposto l’11 dicembre scorso a Washington a un delicato intervento chirurgico al cuore per rimuovere un’occlusione dell’aorta.
Era stato ricoverato in ospedale la sera precdente dopo essersi sentito male sul lavoro. L’ultima missione che gli era stata affidata era quella di inviato speciale per l’Afghanistan e il Pakistan.
Holbrooke fu il protagonista dell’ultima maratona diplomatica con il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic per disinnescare la crisi del Kosovo. Nato a New York il 24 aprile 1941, figlio di ebrei tedeschi sfuggiti alle persecuzioni in Germania negli anni Trenta, Holbrooke aveva una lunga carriera diplomatica alle spalle.
Nel maggio 1968 partecipò ai suoi primi negoziati, sul Vietnam, come assistente ai colloqui di pace di Parigi. Con la presidenza Carter divenne il più giovane sottosegretario Usa, incaricato degli affari del Pacifico e dell’Asia orientale. Fu Bill Clinton a richiamarlo in politica, nominandolo prima ambasciatore in Germania e, nel 1994, sottosegretario di Stato per gli affari europei e canadesi. In questo ruolo, nel 1995, gli venne affidata la mediazione in Bosnia. Paragonato al cardinale Mazarino e definito "una forza della natura", Holbrooke costrinse il presidente Milosevic, a farsi garante della pace negli accordi di Dayton del dicembre 1995.
Nel 1996, dopo una parentesi nel mondo degli affari, Hoolbrooke tornò a fare il "supermediatore", prima nella crisi cipriota e poi nella ex Jugoslavia, per il Kosovo. Dal 1999 al 2001 è stato ambasciatore degli Stati Uniti all’Onu. Nel 2004 partecipò come consigliere alla campagna elettorale del Senatore John Kerry. Considerato uno dei candidati alla carica di segretario di stato dopo la vittoria di Barack Obama, nel 2009 fu invece nominato inviato speciale in Afghanistan e Pakistan.
Il presidente americano, Barack Obama, si è detto addolorato per la morte del suo inviato speciale per l’Afghanistan e il Pakistan, Richard Holbrooke, definendolo una "figura unica" e un "vero gigante della politica estera americana". Holbrooke – scrive Obama in un comunicato – lascia il ricordo "della sua diplomazia instancabile, del suo amore per il Paese e della sua ricerca della pace". Obama ricorda dilungandosi la carriera del diplomatico, insistendo sugli accordi di Dayton che nel 1995 posero fine alla guerra di Bosnia. "Quando sono diventato presidente – ha affermato – sono stati felice che Richard abbia accettato di servire di nuovo".
Il segretario di stato americano, Hillary Clinton, ha affermato che con la morte di Holbrooke, gli Stati Uniti hanno perso uno dei loro "più fieri campioni". "L’America ha perso uno dei suoi più fieri campioni e uno dei funzionari pubblici più dediti al loro lavoro", ha aggiunto la Clinton.
Il presidente afghano Hamid Karzai ha presentato oggi le sue condoglianze alla famiglia di Richard Holbrooke, l’inviato speciale statunitense nella regione deceduto ieri per gravi problemi circolatori. In un breve comunicato diffuso dai servizi stampa presidenziali, si sottolinea che Karzai "è rimasto profondamente addolorato dalla notizia del decesso dell’ambasciatore Holbrooke". Offrendo le sue condoglianze "al governo ed al popolo americani, alla famiglia ed agli amici", il capo dello Stato ha ricordato che "l’ambasciatore Holbrooke era un diplomatico di carriera di grande esperienza che ha reso grandi servigi al popolo ed al governo americani". La stampa afghana ricorda comunque che i numerosi incontri di Karzai con Holbrooke sono spesso stati segnati in passato da profonde divergenze sull’analisi della situazione in Afghanistan.