Vertice Nato, Draghi stronca la via della Seta cara a Conte e riporta l’Italia in asse con gli Usa
14 Giugno 2021
Nel suo intervento non ha citato nè la Russia nè la Cina ma ha detto chiaramente che occorrerà fronteggiare “chi non condivide i nostri valori”, sottolineando l’importanza cruciale che riveste per l’Italia il rafforzamento della cooperazione tra la Nato e la Ue. Insomma, il premier italiano Mario Draghi al vertice Nato a Bruxelles appena concluso ha indicato chiaramente quale è la posizione dell’Italia rispetto alla cosiddetta ‘via della Seta’. Uno stop netto che suona come uno schiaffo alla direzione intrapresa dal suo predecessore Giuseppe Conte e dal ministro Luigi Di Maio.
“L’Italia sostiene pienamente le decisioni odierne di avviare – attraverso la Nato 2030 – un processo di ulteriore adattamento per il prossimo decennio e di aggiornamento del Concetto Strategico 2010, basato sui tre compiti fondamentali: difesa collettiva, gestione delle crisi, cooperazione in materia di sicurezza. Le condizioni di sicurezza sono ancora in rapida evoluzione. Tuttavia, una cosa rimane la stessa: la centralità dell’Alleanza
più potente e vincente della storia – ha detto Draghi -. I nostri obiettivi sono molteplici: mantenere la nostra superiorità tecnologica collettiva ed essere pronti ad affrontare tutti coloro che non condividono i nostri stessi valori e il nostro attaccamento all’ordine internazionale basato sulle regole e sono una minaccia per le nostre democrazie; preservare la stabilità strategica e rinnovare anche i nostri sforzi per rafforzare il controllo degli armamenti, il disarmo e l’architettura internazionale della non proliferazione; affrontare le implicazioni per la sicurezza dei cambiamenti climatici; rafforzare la nostra resilienza nazionale e la nostra capacità di affrontare i problemi globali che interessano la nostra Alleanza regionale in un’epoca di vulnerabilità strutturale. Oggi il messaggio che possiamo inviare al resto del mondo – ha affermato in conclusione il capo del Governo – è quello sancito dal Trattato di Washington: la coesione politica degli alleati e l’impegno incrollabile all’indivisibilità della nostra sicurezza comune è e sarà il vero centro di gravità della Alleanza e la garanzia ultima della nostra difesa collettiva”.
L’Italia ritrova così l’atlantismo come punto fermo della propria politica estera, abbracciando la volontà netta degli Stati Uniti di contrastare l’espansionismo di Pechino (“La nostra alleanza Nato è più forte che mai. Oggi mi unirò ai nostri 29 alleati per discutere la nostra difesa collettiva, compresa quella dall’aggressione russa, le sfide strategiche della Cina, le maligne attività cibernetiche, il terrorismo e il cambiamento climatico” – ha scritto sui social Biden). Una mossa, quella di Draghi, davanti alla quale esulta il centrodestra di Governo e che certamente non può piacere al Movimento 5 Stelle che sull’accordo della via della Seta siglato due anni fa da Di Maio aveva basato (e sperava di basare ancora) la propria strategia internazionale.