Videomessaggio di Berlusconi: “Nelle indagini violata la Costituzione”
19 Gennaio 2011
di redazione
Il presidente del Consiglio torna al contrattacco, dopo le pesanti accuse ricevute per il "caso Ruby" e alla richiesta di dimissioni sollevata dall’opposizione. E’ una controffensiva puntigliosa quella di Silvio Berlusconi, che ha registrato un videomessaggio per il sito internet dei Promotori per la libertà.
Il premier respinge una per una le accuse rivoltegli dai pm milanesi. Poi si concentra sulla politica e ribadisce di voler andare avanti con il governo e procedere ad una riforma della giustizia per impedire che magistrati di sinistra tentino di far fuori chi è stato democraticamente eletto.
"Vorrei andare subito dal giudice", dice Berlusconi, per difendermi da accuse che è "facilissimo smontare", e "chiedere l’archiviazione della vicenda", ma "non posso presentarmi da giudici che non hanno competenza né funzionale né territoriale" e che "vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica". Quanto all’accusa di concussione il presidente del Consiglio afferma: "I fatti che mi vengono contestati sono stati commessi nella mia qualità di presidente del Consiglio e dunque tutto deve andare al tribunale ministri".
E poi incalza: "Ho avuto finalmente modo di leggere le 389 pagine dell’ultima vera e propria persecuzione giudiziaria, la ventottesima in 17 anni, che la procura di Milano mi ha notificato con grande e voluto clamore nei giorni scorsi". "Le violazioni di legge – sostiene – che sono state commesse in queste indagini sono talmente tante e talmente incredibili che non posso non raccontarvele perché possiate denunciarle e farvi portatori di un messaggio ai vostri amici di come si sta cercando di sovvertire il voto popolare. Pensate che la mia casa di Arcore è stata sottoposta a un continuo monitoraggio che dura dal gennaio del 2010 per controllare tutte le persone che entravano e uscivano e per quanto tempo vi rimanevano. Hanno utilizzato tecniche sofisticate come se dovessero fare una retata contro la mafia o contro la camorra". "Nella mia casa – aggiunge – da sempre svolgo funzioni di governo e di parlamentare, avendolo addirittura comunicato alla Camera dei Deputati sin dal 2004, e la violazione che è stata compiuta è particolarmente grave perché va contro i più elementari principi costituzionali".
Poi, dopo aver riportato le dichiarazioni di Ruby nelle quali vengono smentiti i rapporti sessuali, il Cav. rassicura i cittadini: “Io resto sereno, restate sereni anche voi. Non c’è nulla di cui dovrei vergognarmi".