Wikileaks. Clegg: “Nei documenti su Iraq accuse straordinariamente serie”
24 Ottobre 2010
di redazione
Per il vice primo ministro britannico Nick Clegg le accuse che emergono dai dossier di Wikileaks sono "estremamente serie". "Possiamo deplorare il modo con cui sono uscite ma le accuse sono estremamente serie", ha detto Clegg alla Bbc.
"La loro lettura – ha detto ancora Clegg – è angosciante, (queste accuse ndr) sono molto gravi. Suppongo che l’amministrazione americana vorrà fornire la propria risposta. Non spetta a noi dire loro come farlo". Certo è, ha proseguito Clegg, che "tutto ciò che lascia pensare che regole di base della guerra, del conflitto e del combattimento, siano state violate, o che possa esser stata tollerata la tortura, è estremamente grave e deve essere esaminato. La gente vorrà sentire una risposta a quel che risultano essere accuse molto, molto gravi, di una natura tale che tutti trovano molto scioccante".
Tra le altre rivelazioni di Wikileaks, c’è quella di un soldato britannico che uccise una bambina di 8 anni in Iraq, mentre giocava con i suoi amichetti in strada. L’accusa è stata presentata dall’avvocato per i diritti umani Phil Shiner, uno dei fondatori di WikiLeaks. Shiner ha sostenuto che la bambina fu presa di mira, inspiegabilmente, proprio in un quartiere di Bassora dove le truppe inglesi erano invece solite distribuire caramelle per conquistare "le menti e i cuori".
"Per qualche ragione – ha raccontato l’avvocato – l’autoblindo si è fermato alla fine della strada, lei è lì, vestita di giallo, un militare armato di fucile emerge dalla torretta e fa fuoco". Shiner ha affermato di aver chiesto inutilmente spiegazioni al ministero della Difesa. Secondo la stampa britannica, che dà ampio risalto alla vicenda, Shiner si riferisce probabilmnete al caso di Hanah Saleh Matrud, una bambina di otto anni uccisa da un soldato britannico fuori dalla sua casa a Qarmat Ali il 21 agosto 2003. Due mesi dopo una lettera delle forze armate britanniche avevano ammesso che un soldato della compagnia B, primo battaglione del King’s Regiment, aveva sparato "un colpo di avvertimento in aria" vicino alla casa della bambina. Nella lettera però si rifiutavano le scuse ufficiali, in quanto era "solo una possibilità" che la pallottola che aveva ucciso la piccola fosse partita dai britannici.