Taglia il debito o saranno solo promesse elettorali

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Taglia il debito o saranno solo promesse elettorali

Taglia il debito o saranno solo promesse elettorali

18 Agosto 2022

Il debito pubblico è il problema dell’Italia. Perché non cresci se continui a indebitarti. Il problema del prossimo governo sarà il debito pubblico. Perché partirà con la manovra e un altro record di indebitamento. Il problema dei partiti è il debito pubblico. Perché stanno promettendo cose che non riusciranno mai a finanziare a meno di non continuare a spendere senza futuro.

Il problema delle nuove generazioni è il debito pubblico. Perché pagheranno le politiche economiche sbagliate dei loro padri. Buono o cattivo che sia, il debito italiano continua a crescere. Inesorabile. Sotto il Governo Draghi è passato da 2.643 a 2776 miliardi di euro. Nel giro di un anno è cresciuto di 80 miliardi. Nel giro di un mese di 11. Gli analisti ci spiegano l’effetto della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione. Le variazioni dei tassi di cambio.

Ma vai e vedere e i capitoli di spesa di questa triste storia sono sempre gli stessi. La spesa maggiore è quella annidata nell’amministrazione centrale dello Stato. L’incremento di disponibilità liquida del Tesoro nel primo semestre sono in parte accantonamenti per i rinnovi contrattuali della PA. Proprio quella PA da dove lo Stato dovrebbe cominciare una bella cura dimagrante.

Aprendosi al privato. Introducendo criteri di flessibilità e di premialità per il lavoro pubblico dipendente. Con i risparmi derivati dalla digitalizzazione, più efficienza nella contabilità sul modello di quella aziendale. Ma non c’è traccia di tutto questo nella campagna elettorale estiva che naviga verso il voto del 25 settembre.

La spending è sparita dall’orizzonte dei partiti. In compenso c’è la leva fiscale: 40 miliardi di entrate sempre nei primi sei mesi del 2022, per pagare il Dl Aiuti, il Bis e altri provvedimenti. E sale anche la spesa per interessi dello Stato in un momento critico di rialzo dei tassi.

Come si fa a credere che il nostro Paese possa crescere con un macigno del genere ai piedi? Come si può pensare di tagliare le tasse su impresa e lavoro, sulla casa patrimonio degli italiani se prima non si abbatte il debito? Che senso ha buttare soldi in altri bonus per i giovani se gli scarichiamo addosso debito per quando saranno più grandi? Ah, manderemo in pensione prima per far posto ai giovani. Per pagare la pensione ai sessantenni.

Vogliamo parlare di concorrenza, competitività, innovazione? Ita Airways ha chiesto altri 400 milioni allo Stato per coprire le perdite. Dal ’74 al 2016 Alitalia ha perso 9 miliardi di euro, lo Stato ce ne ha rimessi 10,6. Dal 2017 con l’amministrazione controllata altri 2 miliardi di perdite. O vogliamo parlare dei 10 miliardi di perdite di Atac? Dove sono le proposte sulle privatizzazioni?

Serve coraggio. Tagliare la spesa pubblica improduttiva. Privatizzare. Aprire il mercato. Crescere. Oppure le promesse elettorali che stiamo ascoltando in campagna elettorale resteranno solo lettera morta.