Via l’abuso d’ufficio per far correre le imprese
24 Settembre 2023
Tra le riforme che il Governo Meloni punta a far diventare legge c’è l’eliminazione del reato di abuso d’ufficio, l’articolo 323 del codice penale. Ieri parlando in Veneto il ministro Nordio è tornato sulla questione, spiegando che la “paura della firma” ha generato una burocrazia difensiva che rallenta le procedure amministrative, blocca gli investimenti e non garantisce la certezza del diritto.
Nel 2021 ci sono state 4.745 iscrizioni nel registro degli indagati per questo reato, ma solo 18 condanne definitive. Il trend è comunque in discesa dopo le modifiche normative avviate negli anni passati: nel 2022 i procedimenti avviati sono scesi a 3.938, con 3.536 archiviazioni. Il Sole 24 Ore su fonti del ministero della Giustizia stima che i procedimenti sono calati di quasi il 40% in cinque anni, l’85% è stato archiviato e si registra una percentuale minima di condanne.
Il reato a conti fatti non funziona. La riforma dunque serve per spingere i funzionari a prendere decisioni senza il timore di vedersi recapitare un avviso di garanzia che come abbiamo visto poi nella maggior parte dei casi si trasforma in un buco nell’acqua. “I sindaci non chiedono né immunità né impunità,” ha detto nei mesi scorsi il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, “ma solo di poter rispondere di quello che fanno sulla base di regole più chiare”.
“Nella sua genericità, il reato di abuso d’ufficio non serve a colpire chi sbaglia ma in compenso una semplice iscrizione nel registro degli indagati può arrecare danni gravissimi all’immagine pubblica e alla dignità privata di persone innocenti,” sottolinea De Caro. Cancellare il reato di abuso d’ufficio può contribuire dunque sia alla semplificazione del quadro giuridico e al suo efficientamento, evitando lunghe battaglie legali che impegnano tribunali e forze dell’ordine da indagini dispendiose, sia a stimolare la crescita economica, creando un ambiente più favorevole agli investimenti e allo sviluppo delle imprese.
“Attualmente – ha detto il ministro Nordio – la riforma dell’abuso d’ufficio è all’esame della Commissione Giustizia del Senato, sono state fatte le audizioni e pare non vi siano intoppi. Abbiamo rassicurato l’Europa che non vi è contraddizione alcuna con le direttive dell’Unione che riguardano invece la lotta alla corruzione, corruzione contro la quale noi abbiamo un arsenale normativo e repressivo che è il migliore d’Europa”.
È lecito chiedersi se “l’arsenale” sarà sufficiente ad evitare speculazioni edilizie, concorsi pubblici taroccati, alterazioni elettorali o nei rapporti tra Pa e mondo della impresa. Alcune soluzioni possono essere trovate nel diritto amministrativo e nella ridefinizione del principio di discrezionalità dei pubblici amministratori. Ma il reato di abuso d’ufficio va cancellato perché questa riforma rappresenta un passo significativo verso un’Italia più efficiente, responsabile e favorevole alle imprese che investono.