
Per le piccole imprese il PNRR resta un grande sconosciuto

28 Aprile 2022
Da quando ha preso forma il PNRR, grandi speranze nei confronti della ripresa sono montate. Le potenzialità di crescita sono altissime, ma lo sono anche i rischi di perdere una grande occasione. Così, mentre Draghi è rimasto in trincea a combattere contro troppi partiti per le riforme, le imprese rinunciano in partenza ai soldi del Recovery Fund. Sembra di rivedere il copione dei fondi europei pre-pandemici che incredibilmente arrivavano in Italia, ma non venivano spesi e tornavano a Bruxelles.
Le difficoltà sul PNRR
Secondo il centro studi Tagliacarne, solo il 16% delle imprese si è mobilitato per aderire ai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il 13% ha intenzione di farlo in tempi brevi, ma addirittura il 70% non si sta interessando alle opportunità che si possono aprire soprattutto in ambito di transizione 4.0 ed economia circolare. Si tratta quindi dei due pilastri del Next Generation Eu: digitale e green.
Entrando nelle pieghe di questi dati, emerge una situazione ancora più preoccupante. Addirittura l’80% delle piccole e medie imprese non ha nemmeno in previsione di avvalersi dei fondi del PNRR. Uno dei problemi delle PMI, si sa, è la bassa produttività. L’indagine ha rivelato che una riduzione di un terzo del tempo dedicato alla burocrazie da parte di queste imprese, permetterebbe di ottenere un aumento della produttività compreso tra lo 0,5% e l’1,1%. Purtroppo, questi numeri sono l’ennesima dimostrazione che i limiti di una parte del sistema statale e di quello imprenditoriale sono un argine alla crescita del Paese.
L’incertezza della guerra
La guerra sta incidendo negativamente sul clima di incertezza in cui operano le imprese, soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati. I numeri, anche in questo caso, parlano chiaro: un’impresa su due ha problemi di approvvigionamento di materie prime, una su cinque di energia.
L’incertezza comporta anche problemi di cui si vedranno gli effetti nel tempo. In queste condizioni, è naturale che la natalità delle imprese si contragga. Nel biennio 2020-2021 sono state create 81mila imprese in meno rispetto al 2019, quando la pandemia non era ancora scoppiata. A farne le spese, come spesso accade, sono giovani e donne. Infatti, la diminuzione delle imprese a conduzione giovanile e femminile sono rispettivamente 26mila e 32mila.
Anche alla luce di questi preoccupanti dati è fondamentale mettere le piccole e medie imprese nelle condizioni di usufruire dei fondi del PNRR, che ad oggi rimane uno strumento fondamentale per combattere la crisi.