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Acciaio

05 Dicembre 2022

Non si capisce questo infervorarsi sul conto energetico ancora da saldare delle Acciaierie d’Italia. Se c’è il caro energia, questo vale per tutti, compresa la holding dell’acciaio tra Mittal e Invitalia. Anche i giudizi che circolano sul blocco dei fornitori e il rallentamento della produzione dovrebbero tenere conto del fatto che siamo in una economia di guerra. Tutte le imprese vanno sostenute.
Staremo a vedere se nella holding ci sarà un rovesciamento dei rapporti di forza e il pubblico prevarrà sul privato nella partita per l’acciaio italiano. L’Espresso dà già fuori Mittal, in bilico la testa della ceo Lucia Morselli. Vedremo. Morselli, la manager dell’acciaio italiano, dopo il 2020 ha fatto il suo lavoro. Ha portato in utile la azienda nel 2021 e probabilmente lo farà nel 2022.
Ha i suoi metodi. Come quando aprì il contenzioso con il governo Conte sulla questione dello scudo penale. Spuntandola e chiudendo successivamente un accordo favorevole a Mittal. Come quando scende dall’ufficio puntando i picchetti ai cancelli delle fabbriche, per un franco scambio di idee con i sindacati, molto franco.
Morselli è una dirigente d’azienda autonoma che ha attraversato trasversalmente tanti settori della nostra economia. Se riavvolgiamo il nastro degli ultimi dieci anni forse ci renderemo conto che la situazione odierna dell’acciaio è migliore rispetto a dieci anni fa. Un periodo fatto di commissariamenti, sequestri e confische, il clamore sui reati ambientali, con la politica al traino della magistratura.
Una parte degli impianti, ancora di proprietà pubblica, restano utilizzabili ma fermi. Si attende il dissequestro. Morselli però ha avviato il piano per ridurre le emissioni e ha dato standard europei alle Acciaierie d’Italia. Il presidente Bernabe’ parla di 5 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni per la decarbonizzazione.
In cambio dal 2020 la politica ha capovolto la clessidra con accordi fatti per riprendere il controllo aziendale sotto l’ala dello stato azionista. Da Priolo a Ita passando per la vecchia Ilva. Forse i rinvii, le riunioni saltate, l’approfondimento in corso negli ultimi giorni tra i soci delle Acciaierie hanno più senso di quello che sembra.
Morselli sul suo sito ha scritto che le aziende sono “garanti della libertà”. Il dossier “Ilva” è sempre stato complesso e stratificato. Occorre più di qualche settimana per gestirlo. Senza correre il rischio di limitarla, la libertà di impresa.