Agganciare la questione demografica al dibattito su salari e lavoro
13 Agosto 2023
Durante il recente incontro con i leader dell’opposizione il Presidente del consiglio Meloni ha aperto un confronto sulla questione del salario minimo in Italia. Chigi ha dunque affidato al Cnel guidato dall’ex ministro Brunetta il compito di inquadrare meglio il tema prima che si riapra la discussione sulle proposte di legge in Parlamento. Va detto che andrebbe fatto anche un tentativo di affrontare non solo l’aspetto economico relativo al tema lavoro, ma anche l’impatto di singole proposte come quella sul salario minimo sulle più ampie sfide demografiche che il nostro Paese si trova ad affrontare.
Il dibattito sul salario minimo
Il dibattito in corso ruota attorno alla proposta di fissare il salario minimo legale a 9 euro, con la sinistra convinta che sia questa la strada maestra insieme alla necessità di rafforzare la contrattazione collettiva per prevenire l’emergere di “contratti pirata” e garantire pratiche di lavoro eque. Va detto però che l’Italia ha attualmente un ampio numero di contratti collettivi, probabilmente troppo ampio, e che i casi di “contratti pirata” sono relativamente pochi. In questo senso, servirebbe più contrattazione decentrata, fanno sapere dal Cnel.
La posizione del Cnel
Più in generale, il Cnel è convinto che concentrarsi solo sull’aumento del salario minimo non sarà sufficiente per affrontare efficacemente i problemi del lavoro in Italia. La maggior parte dei contratti esistenti nel Paese supera già la fascia di 7-9 euro proposta come nuovo minimo. L’Italia, inoltre, deve affrontare la sfida di salari medi più bassi rispetto agli standard europei, dei contratti bloccati, del lavoro povero. La proposta del Cnel dunque vuole ampliare la prospettiva sui temi del lavoro.
Welfare aziendale e produttivitÃ
Insieme alla contrattazione decentrata, si parla di dare attuazione al welfare aziendale, di ridurre la tassazione sugli aumenti contrattuali e promuovere le strategie di decontribuzione. Queste proposte, insieme alla questione dei salari, servirebbero a rafforzare la crescita economica, affrontando al contempo la persistente questione della bassa produttività , una sfida significativa e irrisolta per l’Italia.
A tutto questo va aggiunto il capitolo demografico. Il confronto che si è aperto anche solo per qualche giorno tra governo e opposizione sul salario minimo dovrebbe allargarsi a come la questione occupazionale si lega a quella demografica. In questa chiave, la strada multiprospettica imboccata dal Cnel, accompagnata da strategie innovative per aumentare la produttività e migliorare il panorama lavorativo complessivo del Paese, potrà dare risposte anche nella lotta all’inverno demografico che resta prioritaria per il nostro Paese.