Banche europee in fuga da Mosca: dieci miliardi persi per colpa di Putin
08 Maggio 2022
di Tiziano Rugi
Le banche europee fuggono dalla Russia. Lo scopo è non restare imbrigliate dalle sanzioni e nella recessione che colpirà Mosca o andare incontro a eventuali nazionalizzazioni, qualora la situazione dovesse peggiorare ulteriormente. Non è stata e sarà, però, un’operazione a costo zero. Alla chiusura del primo trimestre del 2022 i quattordici principali istituti di credito europei hanno messo a bilancio 10 miliardi di euro di accantonamenti per fronteggiare le perdite sui crediti reali e potenziali. A cui si aggiungono le conseguenze economiche indirette della guerra di Putin, come gli aumenti dei prezzi delle materie prime.
Se l’esposizione complessiva del sistema bancario europeo è secondo il Financial Times di 86 miliardi di dollari, in Italia le banche più esposte sono Unicredit e Intesa Sanpaolo. Unicredit ha accantonato 2 miliardi per affrontare l’eventuale uscita dalla Russia. Mentre Intesa Sanpaolo, esposta per 5,1 miliardi con Mosca, ha tagliato le stime dei profitti per il 2022 e ha precisato che si è trattato di una stima prudente e le cose potrebbero peggiorare.
Le banche europee valutano le prossime mosse
Ogni giorno che passa si avvicinano decisioni complicate per i dirigenti delle banche occidentali. C’è bisogno di valutare se gli accantonamenti sono sufficienti e se davvero è possibile un distacco completo della banca dalla Russia. Unicredit, per esempio, è presente nella nazione da diciassette anni, ha due milioni di clienti in Russia, quattromila dipendenti nelle 79 filiali e 1250 dei suoi clienti sono aziende europee che stanno tentando di abbandonare il Paese. Difficile valutare come agire nel giro di pochi giorni e liquidare operazioni complesse.
Tra gli istituti europei, Deutsche Bank ha comunicato la decisione di uscire dal Paese. Société Général lo ha già fatto e ha venduto la sua intera partecipazione in Rosbank e nelle controllate assicurative russe a Interros Capital. Secondo l’istituto francese, come riporta Bloomberg, lo scenario per l’economia europea sarà in ogni caso un “atterraggio morbido”. Per i colleghi tedeschi “è improbabile ipotizzare perdite insostenibili”. Entrambi gli istituti hanno comunque accantonato riserve per reggere l’urto delle tensioni legate alla guerra in Ucraina.