
Bentornati Occidentali!

21 Giugno 2022
Bentornati Occidentali! Quando fondammo l’Occidentale non avevamo idea della rivoluzione digitale che stava arrivando. Nel 2007 i giornali online erano una novità. Facebook era nato da qualche anno. Siamo stati pionieri in un mondo che sarebbe totalmente cambiato con Internet e i social. Il cuore batteva per i nuovi media ma la testa è sempre stata su quello che accadeva intorno, per interpretarlo e non farsi sommergere dal diluvio informativo. La Storia entrava di prepotenza nelle nostre vite.
Le conseguenze dell’11 Settembre, la Grande crisi finanziaria del 2008, la guerra dei debiti sovrani. Quello che accadeva in Medio Oriente, la guerra mondiale islamica. Israele e quel mondo arabo che vuol vivere in pace, scrollandosi di dosso il peso del fondamentalismo religioso. Prima e durante le elezioni americane del 2016 scrivemmo che i grandi media stavano sottovalutando Trump, vincendo quella scommessa.
La persona al centro
Negli ultimi 15 anni abbiamo sempre difeso la cultura della vita e sempre messo al centro la persona umana, due valori irriducibili che nessuno può subordinare. La modernità occidentale è un equilibrio dinamico tra cura di sé e delle comunità, investimenti sul capitale umano umano, la tecnica e la innovazione tecnologica. C’è un valore sociale della economia, il denaro non è lo sterco del diavolo.
L’Occidente è una grande civiltà. Poggia su radici millenarie fiorite nei secoli con la nascita della democrazia moderna e della libertà d’impresa. Il capitalismo ha avuto e ha questo potere di dare forma alle società, agisce come un fortissimo catalizzatore del cambiamento. La voglia di lavorare, di farsi una famiglia, di fare figli, di rendere il mondo un posto migliore per le nuove generazioni, producono investimenti, ricchezza e benessere. Gli occidentali non possono suicidarsi, né devono indietreggiare, perché hanno queste radici forti e antiche.
Tra guerra e pandemia
Ora ci sono la pandemia e, di nuovo, la guerra. C’è l’intelligenza artificiale e il grano che manca! C’è una lunga transizione energetica che non può mettere uno contro l’altro tutela dell’ambiente e progresso economico. Ora lavori in smart working, prendi l’auto elettrica con il cellulare, ordini online la cena a casa. I rapporti tra manager, lavoratori del settore privato e dipendenti, tutta la società circostante vengono ridefiniti in profondità. Nuovi business si creano e si distruggono.
È un cambiamento, come sempre, radicale, che investe il nostro capitalismo familiare, le relazioni industriali, il ruolo dei sindacati e dei corpi intermedi. È ora di archiviare quel che resta del nostro Stato ottocentesco, rivoluzionando il welfare del Ventesimo secolo. Tutto questo accade velocemente.
Nel 2021 il quaranta per cento delle aziende italiane è entrato in crisi o ha rischiato di chiudere. La crisi ha messo in ginocchio la nostra economia. L’Europa, con uno scatto quasi impensabile fino a qualche anno fa, ci ha dato una spinta per ripartire. Poi la guerra in Ucraina ha ribaltato i tavoli che si sono messi di nuovo a ballare, come diceva il barbuto di Treviri. Oggi le nostre imprese devono sfidare il caos internazionale oppure nuovi e aggressivi concorrenti prenderanno il loro posto.
Per queste ragioni abbiamo deciso di rifondare ancora una volta l’Occidentale. Daremo voce ai capitali coraggiosi, alle aziende che investono nella responsabilità sociale, nella sostenibilità e in una nuova moderna cultura aziendale. Metteremo insieme ceo, manager, dirigenti di azienda, esperti, accademici, per condividere le loro esperienze e fare comunità. Prendiamo nelle nostre mani il futuro del Paese, per costruirlo insieme. Occidentali fino al midollo.