Cultura e digitalizzazione, a Napoli le lettere della Principessa Pignatelli diventano un podcast

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Cultura e digitalizzazione, a Napoli le lettere della Principessa Pignatelli diventano un podcast

Cultura e digitalizzazione, a Napoli le lettere della Principessa Pignatelli diventano un podcast

13 Gennaio 2023

La corrispondenza con intellettuali e scienziati di una principessa napoletana protagonista della vita culturale italiana di fine ‘800 diventano un podcast. Da Giuseppe Mercalli a Gabriele D’Annunzio. Da Marussi a Bakunin a Giuseppe Martucci, fino al futuro Re d’Italia Vittorio Emanuele III. Nel prezioso epistolario del Fondo Adelaide del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli custodito a Napoli nell’antica cittadella monastica di Suor Orsola, si trovano custodite le lettere private inviate alla Principessa da alcuni tra i personaggi più influenti della Napoli e dell’Italia, tra il 1880 e il 193.

Oggi il Fondo Pignatelli, accanto al consueto percorso di visita ‘museale’, si trasforma in un portale web . Grazie a questo progetto  sarà possibile navigare tra immagini digitali, vedere i documenti, ascoltare podcast e narrazioni e ritrovare importanti tracce della vita culturale post Unità d’Italia.

Il progetto si è avvalso delle più recenti tecnologie digitali grazie alla piattaforma Transkribus, sviluppata dalla cooperativa europea Read Coop. Il portale è incentrato sul riconoscimento del testo basato sull’ intelligenza artificiale, la trascrizione e la ricerca di documenti storici da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e in qualsiasi lingua.

Un progetto lungo un anno

“Le voci che in oltre 50 anni di storia (dal 1880 circa al 1932) sono giunte da tutta Italia alla principessa Pignatelli sono state riconvertite in percorsi narrativi audiovisivi (podcast e video brevi), modellati in uno storytelling immersivo chiamato a dar voce alle personalità e alle sensibilità umane che hanno affiancato il progetto della principessa e le trasformazioni della città partenopea e del Paese intero”. Così Vittoria Fiorelli, direttore dell’Archivio Storico di Suor Orsola e coordinatore scientifico del progetto di digitalizzazione del Fondo Pignatelli. Un lavoro di studio e ricerca lungo un anno, finanziato dalla Regione Campania e realizzato anche grazie al sostegno della Soprintendenza ai beni archivistici e bibliografici della Campania e con la collaborazione scientifica dell’Archivio di Stato di Napoli e del Centro studi delle Residenze Sabaude di Venaria Reale.

“Il lungo ed importante lavoro di digitalizzazione dell’Archivio Storico che stiamo portando avanti – evidenzia il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro – testimonia i risultati di eccellenza che nel nostro Ateneo hanno raggiunto ormai da anni i settori di studio e di ricerca dedicati all’integrazione tra le scienze umane e le nuove tecnologie, un ambito in cui è appena partito il nostro corso di laurea magistrale in Digital Humanities e nel quale siamo tra le Università protagoniste del Dottorato di ricerca nazionale in Digital Transition for Heritage”.

Da Napoli all’Europa, il meglio della cultura post Unità

Oltre al valore intrinseco dei documenti, che oggi prendono vita grazie alla digitalizzazione, dal progetto emerge anche l’evoluzione storica del ruolo della città di Napoli. La faticosa trasformazione da capitale di un antico Regno europeo a capoluogo meridionale. Un tempo meta cosmopolita dei viaggi nel Mediterraneo, in seguito protagonista di un cambiamento di prospettive. Vecchie e nuove élite dovevano infatti ripensare il proprio ruolo in un percorso più complesso del semplice trasferimento di fedeltà da una Corona a una nuova dinastia regnante. Proprio dopo il 1860, però, Napoli conobbe un grande rilancio del proprio sistema sociale e culturale. In un clima di rinnovamento, le antiche accademie e la fondazione di nuovi sodalizi vivevano una stagione di nuovo slancio.

Il ruolo della Principessa Pignatelli

Una stagione ricca di fermento, nel corso della quale cambiarono radicalmente i modelli di gestione dell’Università, del teatro San Carlo e del Conservatorio. A prendere vita furono anche  nuove istituzioni destinate alla formazione e all’assistenza. Una delle più brillanti protagoniste di quella stagione fu proprio Adelaide del Balzo Pignatelli, principessa di Strongoli. Dama di Corte della regina Margherita e autorevole esponente di un sistema di relazioni intellettuali e politiche. La nobildonna fu artefice, insieme alla pedagogista Maria Antonietta Pagliara, della realizzazione di un visionario progetto di formazione attiva e professionalizzante per le donne. E da governatrice e direttrice dell’Istituto Suor Orsola intrattenne rapporti col mondo europeo della cultura attraverso una fitta corrispondenza con intellettuali, scienziati, artisti.