
È iniziata l’Era dei Centauri, cambio di paradigma per gli startupper

08 Giugno 2022
In Germania, il ministro dell’Economia e del clima, Robert Habeck, ha messo a punto una nuova strategia per le startup. Consapevole che sono motori tanto della transizione digitale quanto di quella ambientale, favorire la lor proliferazione è nell’interesse di tutti.
Cosa prevede la nuova strategia per le startup
Verrà istituito uno speciale Fondo pubblico per il Futuro da dieci miliardi. Grazie alla partnership coi privati, non demonizzati come in Italia, stimano di poter mobilitare 30 miliardi di euro entro il 2030. Tecnologia climatica, intelligenza artificiale, tecnologia quantistica, idrogeno, medicina, mobilità sostenibile, bioeconomia ed economia circolari. Saranno questi settori, ovvero quelli a più alto tasso di innovazione, a essere destinatari di tali fondi.
L’obiettivo del provvedimento è uno: facilitare l’acquisizione di capitali, finanziamenti e personale da parte delle startup. Per farlo, verrà considerato un ampio ventaglio di provvedimenti. Aumentare la disponibilità di liquidità, anche grazie ai fondi della KfW e della Bei, è una priorità tanto quanto semplificare l’accesso agli appalti pubblici, introdurre sgravi fiscali e alleggerire la burocrazia.
L’ecosistema in cui le startup tedesche si muovevano era già ottimo, uno dei migliori in Europa, il governo Scholz evidentemente non vuole cedere il passo.
Le startup in Italia
Negli ultimi cinque anni le startup con DNA italiano, quindi founder italiani, hanno raccolto più di 5,1 miliardi di euro. Si parla di quasi 3 miliardi solo nel 2021. L’anno prima, invece, il totale era stato di 780 milioni a fronte di 306 operazioni. Questi numeri non sono male, ma includono anche le startup con fondatori italiani e la sede all’estero. Come per le imprese tradizionali, infatti, non è raro che gli altri paesi risultino più attrattivi per gli imprenditori.
L’era dei centauri può favorire l’Italia
Secondo Techcrunch, un sito specializzato del settore, è finito il tempo degli unicorni: è arrivato quello dei centauri. Con questo nuovo termine si indicano le società in grado di avere ricavi ricorrenti da cento milioni l’anno. Sta cambiando quindi il paradigma. Non saranno più in primo piano le società che promettono ritorni molto alti basati sulle valutazioni dagli stessi venture capitalist, ma si preferiranno società che fatturano.
Gianluca Dettori, presidente di Primo Ventures sgr e di Italian Tech Alliance, è convinto che questo cambiamento sia “un’opportunità per recuperare il gap che abbiamo accumulato negli ultimi vent’anni”. L’Italia nell’ultimo decennio è rimasta indietro su questo fronte, che però ha iniziato a far intravedere delle crepe come testimonia il recente andamento di Gorillas e Getir.
“Non avendo beneficiato di questi multipli oggi rende l’Italia particolarmente attrattiva per investitori esteri. Non è uno scenario futuro, sta già accadendo”. Dettori spiega “molti stanno già venendo in Italia ad investire: ci sono opportunità, prezzi buoni, scelte più solide sul business e valutazioni in linea con il mood del mercato di oggi”.
Il ruolo delle istituzioni
A differenza di quanto accade da ormai un decennio in Germania, le istituzioni non hanno contribuito a creare un sistema veramente attrattivo. Inoltre, è chiaro a tutti che perdere l’occasione illustrata da Dettori sarebbe una follia.
Lo scorso autunno il governo aveva escluso che le startup digitali potessero essere costituite senza l’ausilio di un notaio. Le facilitazioni annunciate dal governo tedesco, che potrebbero essere mutuate anche in Italia, restano solo un miraggio al momento.
Tuttavia, non si può dire che l’esecutivo guidato da Mario Draghi ignori l’importanza dell’innovazione. Tanto è vero che recentemente, in occasione del forum “Verso sud”, è stata annunciata la nascita del primo incubatore di startup della Calabria. L’Harmonic Innovation Hub, quindi, punterà a diventare un centro di innovazione per le imprese unico in Europa.