
E vissero tutti sconfitti e contenti, fino alla prossima guerra

12 Luglio 2022
Uno dei misteri più grandi della guerra in Ucraina è il feticismo per la sconfitta che molti politici, giornalisti e intellettuali hanno manifestato sin dall’inizio dell’invasione russa. Davvero non si capisce in quale modo la resa venga equiparata alla pace. Pensate che fine avrebbe fatto il governo fantoccio di Vichy, tanto per fare un esempio, se la mentalità fosse stata questa durante la seconda guerra mondiale.
Ma non è solo questo, non può essere. Sembra che costoro siano soddisfatti all’idea di vedere l’Occidente perdente e la Russia vincitrice, sembra che godano nel dipingere scenari catastrofici. Tutto sembra essere atto a impaurire e deresponsabilizzare i cittadini italiani ed europei che vivono in prima persona solo alcune conseguenza della guerra.
Il must del feticismo della sconfitta è il filone “c’è la crisi energetica, facciamo la pace per abbassare le bollette agli italiani”. Questo schema si è ovviamente ripetuto anche con l’inflazione, la crisi alimentare e la crisi idrica, pur essendo scollegata dall’invasione di Putin. Nessuno vuole negare che l’Italia sia attanagliata da problemi che hanno un impatto negativo sulla vita e sulle tasche dei cittadini. Ma prendersi qualche responsabilità in nome della democrazia e della libertà è così assurdo e antieconomico?
Costoro sarebbero disposti a farlo, solo se non ci fosse un prezzo da pagare. Che poi, è evidente, è una scusa. Tutto ha un prezzo nella vita, figurarsi se non è così nella geopolitica. Forse sono solo fiancheggiatori di Putin, più o meno esposti fan di una dittatura autoritaria e razzista. Oppure, semplicemente, non capiscono quale siano le conseguenze della loro richiesta di “pace”, che altro non sarebbe che la mutilazione dell’Ucraina che, per inciso, non terminerebbe in ogni caso fino al raggiungimento della Transnistria: regione moldava filorussa di cui sentiremo parlare.
Eppure, fingono di non capire, tirando in balloo il realismo kissingeriano (che si è perso il conto di quanti danni ha fatto nei decenni scorsi). Ogni scusa è buona per abbandonare gli ucraini al loro destino di vittime sacrificali e celebrare cento euro in più in tasca a tutti. E vissero tutti sconfitti e contenti, fino alla prossima guerra.