Energia non fa rima con burocrazia

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Energia non fa rima con burocrazia

Energia non fa rima con burocrazia

27 Aprile 2022

E’ una corsa contro il tempo quella del governo italiano al fine di azzerare le forniture di energia, in particolare gas, dalla Russia. In base a quanto si apprende, sembrerebbe che l’esecutivo abbia previsto diverse simulazioni in tal senso già nei prossimi mesi. Il tutto sarà oggetto del prossimo consiglio dei ministri che analizzerà i contenuti del pacchetto energia, allo studio in queste ore.

Meno burocrazia

Se l’obiettivo primario è quello della quasi indipendenza energetica da Mosca, il governo ha chiaro che un tema da affrontare sicuramente è quello delle procedure e autorizzazioni per la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di energia. Se si pensa che sono almeno trenta i progetti bloccati da valutazioni negative del ministero della Cultura e tanti altri che non hanno nemmeno visto la luce per le farraginose procedure previste, è evidente che questo è il primo nodo da sciogliere. Solo per rendere l’idea, dei circa 23 GW di impianti eolici per i quali è stata fatta istanza dal 2017 a oggi, soltanto 651 MW hanno ricevuto l’autorizzazione sulla base della valutazione d’impatto ambientale (Via), mentre l’89 per cento dei progetti si trova ancora nella fase iniziale dei procedimenti autorizzativi.

In arrivo il “pacchetto energia”

Per provare ad uscire dall’impasse, la proposta prevista dal pacchetto energia è quella di nominare un Supercommissario alle rinnovabili. Quest’ultimo avrà il compito di facilitare le procedure di autorizzazione e dirimere le controversie sorte dai pareri opposti resi dai ministeri competenti in materia.

La stessa strategia dovrà essere applicata anche sul gas al fine di snellire le procedure per le autorizzazioni di nuovi rigassificatori. In tal senso il ministro della transizione ecologia Cingolani ha già previsto un dossier per la semplificazione delle procedure di autorizzazione in carico alle Sovraintendenze, in accordo con il ministero della Cultura. Un passaggio non da poco, dunque. Anche perché diversificare le importazioni di gas liquefatto da paesi diversi dalla Russia e non avere le infrastrutture di rigassificazione idonee a tale scopo, avrebbe poco senso.

Necessario un piano industriale per lo stoccaggio dell’energia

Così come avrebbe poco senso aumentare la capacità energetica senza la creazione di adeguate strutture di stoccaggio. Il che significa avere la capacità di accumulare e conservare l’energia prodotta, ma non consumata immediatamente. Pertanto, accanto al piano finalizzato a sbloccare la autorizzazioni, è necessario un piano industriale che sostenga le attività di stoccaggio e ammoderni la rete.

E, dato che non c’è molto tempo a disposizione in questo frangente, è necessario anzitutto sfruttare l’occasione di sburocratizzare le procedure. Non solo per aumentare le forniture energetiche. Ma soprattutto per attrarre sul campo della rigassificazione, ad esempio, anche investitori stranieri che hanno preferito puntare sull’eolico off shore nell’Adriatico.