Gas, Putin ci strozza ancora ma ora siamo pronti (e serve Piombino)
28 Luglio 2022
Sul gas Putin continua a manipolare l’Europa, tutto come previsto. Gazprom ha tagliato ancora i flussi sul Nord Stream a circa il 20%. La manutenzione del gasdotto era solo fuffa, puro gaslighting del regime russo verso gli europei che ovviamente ci sono cascati con tutti e due i piedi. Ormai anche l’ultimo dei tifosi di Putin dovrebbe essere consapevole che il presidente russo sta usando l’arma del gas per ricattare la Germania e gli altri Paesi europei.
In attesa di capire se gli alleati occidentali resteranno uniti davanti alla aggressione di Mosca – se cade Kiev presto toccherà ad altri Paesi dell’Est europeo – ci prepariamo al prossimo inverno. Ieri ENI ha comunicato che la cricca russa riverita per anni dai miopi politicanti italiani ed europei ha inviato al nostro Paese 27 anziché 34 milioni di metri cubi, mentre il prezzo del gas alla borsa di Amsterdam continua a salire.
Il piano energetico italiano
Il ministro Cingolani però sembra avere le idee chiare, vedremo quanto le avranno i suoi successori dopo il 25 Settembre. La strategia italiana si concentra sugli stoccaggi che sono al 71,7% (il target è il 90% a ottobre). Gli stoccaggi ci permetteranno di gestire il fabbisogno almeno fino al prossimo inverno anche se il gas di Putin dovesse azzerarsi (Snam ha iniettato nei propri depositi di stoccaggio quasi 2 miliardi di metri cubi di gas allo scorso 25 luglio).
Poi c’è la diversificazione, con i flussi dall’Algeria destinati a coprire la riduzione degli approvvigionamenti Gazprom. Ancora, i rigassificatori, tre in funzione, che andranno al 100% anziché ridurre la portata in estate. Altri due da attivare da qui a un anno, a Ravenna e a Piombino, cercando di far capire ai NIMBY che c’è di mezzo la sicurezza nazionale. “E’ fondamentale – dice Cingolani – che entrambi i rigassificatori entrino in funzione tra il primo quadrimestre 2023 e il primo quadrimestre 2024”. E ancora il risparmio energetico, abbassando i consumi a casa nostra, negli uffici e nelle case, un grado non di più.
Price cap per normalizzare mercato del gas
Infine gli investimenti nelle rinnovabili, biometano, pure il termoelettrico a carbone se serve. Da qui a un paio d’anni, dovremmo essere nelle condizioni di essere indipendenti dal gas Putin. “Non prevediamo drastiche misure di contenimento a livello industriale”, assicura il ministro.
Cingolani non molla sul price cap: “Paghiamo il gas un botto, è salito alle stelle anche prima che iniziasse la guerra. Riteniamo che il ruolo della borsa del Gas in questo momento, in un’economia di guerra e non di mercato, non sia adeguato e il price cap diventerebbe un normalizzatore importante. Essendo l’Europa il principale compratore può permetterselo”.